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"Con il Cagliari solo la vittoria"

Il tecnico sulla sfida di San Siro: "Non abbiamo più nulla da gestire"

16 Apr 2018 - 18:41

Reduce da tre gare senza vittorie e senza gol, l'Inter contro il Cagliari non può più sbagliare per rimanere agganciata al treno Champions League. "La vittoria è l'unico obiettivo - ha spiegato Spalletti - Ci eravamo creati la possibilità di gestire qualcosa, ce la siamo giocata. Abbiamo qualità tecnica, ma dobbiamo anche metterci carattere e fisicità. Dobbiamo mettere qualcosa in più in queste 6 partite". Probabile conferma per la difesa a 3.

Avete avuto una frenata inattesa, cosa vi serve per entrare in Champions?
"Ci eravamo creati la possibilità di gestire qualcosa, ce la siamo giocata. Restano sei partite, non so quanti punti serviranno per raggiungere la Champions o cosa ci riserverà il futuro, ma noi dobbiamo ragionare partita dopo partita. L'analisi della partita di domani è che la vittoria è l'unico obiettivo. Il fatto che si venga da qualche risultato non pieno e da qualche partita in cui abbiamo segnato poco non deve farci fare confusione rispetto alle prestazioni fatte, perché lì secondo me siamo a posto. E' chiaro che il gol fa la differenza perché i punti se fai gol e vinci sono tre, altrimenti sono uno".

Rafinha è in grado di giocare due gare così ravvicinate?
"Sta bene, secondo me dopo due infortuni così importanti devi provare e non sai cosa ti aspetta nella gara successiva. C'è una gestione interna, nel senso che si valuta di giorno in giorno, non sono nella partita precedente. Ci sono elementi che vengono fuori e vengono valutati in ogni allenamento".
Sulla qualità della squadra.
"Siamo un gruppo di qualità, per certi versi lo abbiamo fatto vedere. Per farla venire fuori bisogna metterci non solo la qualità tecnica, ma anche quella caratteriale, fisica. Tenere per un lungo periodo determinati comportamenti e attenzioni".

Servono qualche gol in più da Rafinha, Brozovic e Candreva per la Champions?
"L'obiettivo è quello di metterci qualcosa in più sia individualmente che collettivamente. Ci sta che ci siano altri calciatori che portino un numero superiore di gol fatti e che ci si prenda sempre in carico di metterla a disposizione. Abbiamo solo questa stagione, dobbiamo mettere qualcosa in più in queste sei partite. Dobbiamo determinare noi la strada dove andare".
Il primo tempo di Bergamo la preoccupa?
"Il secondo tempo è stato diverso, i primi 20' sono stati quelli lì. Il primo tempo è già passato, fosse stato all'inverso no. Ho rivisto le gare precedenti giocate lì dall'Inter e non sono state così diverse. Anche quando l'Atalanta era in difficoltà di classifica le partite sono state difficili".
Il discorso del mal di gol sembrava ti infastidisse dopo Bergamo. In che misura ti preoccupa?
"Rafinha non deve essere amareggiato per aver sbagliato il gol, magari per il tiro che ha fatto. La squadra in generale, compreso lui, ha fatto delle prestazioni e creato occasioni. Bisogna più esigenti nella finalizzazione. Non c'è nessun coniglio da tirar fuori dal cilindro, le possibilità le abbiamo create. Poi non abbiamo fatto gol, ma non è distante il passo. Però non abbiamo vinto ed è chiaro che ora ci si gioca molto in tutte le gare".

Sei più tranquillo a tre o quattro in difesa?
"Sono tranquillo in entrambe le maniere, io devo lavorare per far sì che invece di 3-4 occasioni se ne creino 5-6. In difesa l'avevamo già fatto, a volte con entrambi i terzini molto aperti. Mi sembra sia poi fondamentale non tanto la composizione della difesa, ma ciò che determina per il resto della squadra la composizione. Se parto a tre, al di là di lasciare più liberi i "braccetti" di entrare, però poi ho gente da subito più vicina all'area".

A Bergamo l'Inter ha faticato di più nel gioco, nelle uscite e davanti alla porta. Cosa è mancato?
"E' mancato avere una consistenza fisica da oppore all'Atalanta. Dovevamo rendergli la vita più dura nell'uno contro uno. Se loro sono aggressivi e io riesco a tenere botta mi prendo più punizioni. Se mi porti via la palla senza fare fallo è segno che non ho lottato fino in fondo. Se me ne fischiano solo dieci è segno che ho lottato poco, perché quello è l'elemento fondamentale. E poi dopo il recupero palla, il fatto di non buttarla in fallo laterale, ma di metterla dove la devo mettere. Invece nel riconquistare si è interrotto l'azione ma non si è avviata bene la nostra. Poi a volte la devi spazzare e prendere campo, come nel rugby, però quando la tiro verso i miei magari la pulisco e poi vado a far male. Questo passaggio mi garba poco".".

Che momento sta attraversando ora l'Inter?
"E' un momento in cui sappiamo cosa fare e dove andare. Leggiamo i numeri in modo positivo".

Karamoh un'arma in più. Come mai a Bergamo è entrato tardi?
"E' vero, potevo metterlo un po' prima. E' un bravo ragazzo ci potrà servire".

La Roma con la Champions può perdere qualcosa?
"La Roma è quella che ha il calendario pià abbordabile, almeno guardando la classifica. Dai miei mi aspetto un passo avanti nel carattere. La vittoria contro il Barça gli ha dato grande consapevolezza, ha alzato l'asticella. Dobbiamo tutti ringraziare la Roma".

Candreva come sta?
"Va visto oggi ma già ieri ha fatto il possesso palla, è stato dentro l'allenamento".

Riallacciandoci alle gare che mancano, guarderà anche chi la precede in classifica?
"Le guardo anche perché una di queste tre rimane fuori dalla zona Champions. Poi può darsi che il Milan rientri, si guarda tutto quello che c'è intorno, perché se non sei attento ti può arrivare la tranvata difficile da reggere. Si guarda tutto, ma ormai è pericoloso fare un'analisi citando gli altri".

Cosa le dà in più il 3-4-2-1?

"In più mi dà il fatto che domani giocando contro un 3-5-1-1 troviamo nella fascia centrale otto calciatori e da lì devi passare. Sbrogliare quella matassa non è facile per cui bisogna non dargli la possibilità di essere in superiorità numerica lì e ci palleggiano. Allo stesso tempo hanno Sau, che è una punta messa qualche metro più dietro e fa un grande lavoro attorno a Pavoletti. Quando buttano la palla dietro la linea difensiva arrivano con i due attaccanti e due centrocampisti e si prende gol come a Cagliari all'andata. Allo stesso tempo bisogna rompere il fortino difensivo a tre che hanno. La difesa a quattro si può rifare ma bisogna lasciar andare i terzini e hanno tanti metri da fare quando tornano indietro a fare il terzo centrale e ci sono situazioni pericolose. Ma si può giocare in entrambi i modi, è l'equilibrio che fa la differenza".

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