Il tecnico nerazzurro presenta la sfida di domenica sera: "Brozovic ci sarà, Nainggolan no e Miranda è difficile che recuperi"
Archiviata la delusione per l'eliminazione dall'Europa, Luciano Spalletti cerca il pronto riscatto nel derby. "E' importante che la squadra riacquisti le capacità di giocare e lottare, anche se c'è poco tempo - ha spiegato l'allenatore dell'Inter - La cosa fondamentale è entrare nelle prime quattro, quindi proviamo a vincerla". Sulla formazione: "Brozovic pensiamo di recuperarlo, Nainggolan non verrà nemmeno in panchina. Per Miranda è difficile".
Dopo aver analizzato la partita, quali sono gli errori da correggere? Spesso avete una partenza molto lenta. C'è un problema di approccio?
"C'è dispiacere per quanto successo, ma ci sono delle motivazioni per essere al di sotto delle nostre possibilità. Dobbiamo essere corretti nell'analizzare. Mi è dispiaciuto come siamo entrati in partita. Dovevamo farlo diversamente perché anche all'andata abbiamo visto che c'erano delle possibilità per passare il turno. Adesso ci sono da ristabilire compiti e ruoli e ricreare una struttura forte di squadra, facendo ordine sui comportamenti, le decisioni da prendere. E' chiaro che poi c'è l'amarezza del risultato, ma bisogna accettare le emozioni, il dispiacere e secondo quel che viene fuori si mette in discussione la conclusione che così di getto viene fuori, perché la conclusione deve avere sostanza e non solo istinto. E' fondamentale che la squadra riacquisti le capacità di giocare e lottare, anche se c'è poco tempo".
Alla fine della stagione il 3° o il 4° posto cambia poco. Quanto conta la supremazia cittadina?
"Noi ne facciamo una questione di arrivare prima di chiunque altro, non solo del Milan. Il Milan è una squadra forte, che sta facendo vedere un buon calcio. Il nostro obiettivo è entrare tra le prime quattro, meglio terzo o secondo".
Nainggolan può giocare?
"Non sarà in panchina".
La gara di andata che avete dominato è un presupposto da cui ripartire?
"Di partite ne sono state giocate tante, dovessimo far capo a una sola per le nostre conclusioni sarebbe troppo poco. Ce ne sono tante altre in cui abbiamo fatto vedere di avere valore e identità, una ricerca degli obiettivi da prendere. La partita d'andata fu in totale equilibrio, poi siamo riusciti negli ultimi minuti a portarla a casa in base a cosa avevamo tentato di fare prima e non ci era riuscito. Il derby annulla qualsiasi pronostico e valutazione. Il risultato è difficile, c'è quello che vuole lei, che voglio io. Poi quel che conta è il risultato della partita, non dai desideri miei o di Gattuso. Entrambi vogliamo vincere".
Il risultato del derby può indirizzare la corsa Champions?
"Sicuramente può lasciare delle scorie, ma bisogna sempre avere fiducia nelle proprie possibilità. Di partite ce ne sono tante e c'è margine per non farla diventare decisiva, ma è chiaro che ti crea delle complicazioni di convinzione, di gestione. Quindi proviamo a vincerla".
In questi due anni l'Inter negli scontri diretti ha sempre fatto bene, a parte con la Juve, mentre nelle gare dentro-fuori è sempre mancato il risultato. Come mai questa differenza?
"Secondo me in Champions abbiamo fatto delle buone partite. L'anno scorso ci siamo qualificati quando tutti ci davano per spacciati. Contava solo quella e racconta una storia diversa. Siamo stati anche capaci di portarlo a casa quel risultato".