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Prima vittoria stagionale in Champions e quattro punti all'attivo per i nerazzurri che sorridono grazie alla rosa ampia. E Inzaghi può godersela
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L'Inter si prende la scena anche nella seconda giornata di Champions League, dilagando contro la Stella Rossa in un match senza storia. Una gara che sulla carta aveva un esito scontato, ma che sul campo poteva nascondere non poche insidie che però, grazie alla compattezza dei reparti, i nerazzurri hanno arginato senza problemi regalandosi i primi tre punti del girone unico mandando un chiaro messaggio a tutte le rivali a suon di gol.
Quattro punti dopo due partite della nuova Champions League sono tutt'altro che scontati, chiedere ai cugini rossoneri per maggiori informazioni, ma l'Inter c'è e si fa sentire. Il primo grande squillo era arrivato all'Etihad in una sfida al City di Guardiola che aveva dimostrato tutto l'ordine, la disciplina e la voglia di far bene degli uomini di Inzaghi. E con la Stella Rossa arriva la conferma.
Certo, Ndiaye non sarà certo Haaland e Krunic non è Rodri, ma le insidie che nascondeva la sfida contro i serbi erano tante. Tanto che Simone Inzaghi già dalla conferenza di presentazione aveva ripetuto più e più volte: "La concentrazione è un elemento importante". E i suoi non l'hanno tradito. Difensivamente parlando qualche rischio c'è stato, ma da squadra - come voleva il piacentino- si è messa una pezza dove l'altro non arrivava. Appunto, compattezza.
Compatto come lo è tutto il gruppo, perché ogni singolo giocatore si sente parte integrante del progetto, anche quando gioca meno degli altri. E guai a chiamarlo turnover, perché per Simone Inzaghi cambiare fa parte del processo di crescita della squadra, per far sentire tutti coinvolti e indispensabili in una stagione lunga e difficile. E quindi i cambi a centrocampo, con Zielinski che ha risposto presente, e in attacco, sono da leggere in quest'ottica, con gli interpreti che mutano, ma il risultato è sempre quello.
Il successo rotondo contro la Stella Rossa certifica l'entusiasmo e la voglia do ogni giocatore di fare bene, di dare il proprio apporto alla squadra. Vedere Arnautovic per credere, usato fin qui col contagocce da Inzaghi e subito in gol. Ma non solo, perché è il primo a rincorrere il pallone quando la squadra è in difficoltà. Insomma, come chiesto dal tecnico: "Tutta l'Inter deve partecipare alla fase difensiva e offensiva".
E lodando l'austriaco, non si può non menzionare Taremi, ancora una volta decisivo con i suoi assist (ad Arnautovic, appunto, e a capitan Lautaro Martinez), ma questa volta capace di segnare il suo nome sul tabellino dei marcatori. Il giusto premio per l'attaccante nerazzurro che si è messo a completa disposizione del tecnico e non ha fatto rimpiangere Thuram che si è goduto lo spettacolo dalla panchina. Ennesima prova che le alternative di Inzaghi funzionano e che l'Inter ha una rosa ampia e capace di fare sognare. Guai a chiamarlo turnover, perché tutti hanno il loro peso in squadra. E sanno essere decisivi.