Un numero su tutti nella partita contro il Chievo: 39 conclusioni a rete dei nerazzurri
Tanti numeri da primato nell'Inter che battendo il Chievo trova quella vetta solitaria della classifica che le mancava dal 6 gennaio 2016. E' quasi un discorso tautologico, va da sè, ma nei numeri - in questi numeri - ci stanno tante verità e tante spiegazioni. Miglior difesa, innanzitutto: anche se in compartecipazione con Napoli e Roma (che ha però una partita in meno), i soli 10 gol subiti in 15 partite sono la base solidisisma su cui Spalletti ha edificato la sua attuale leadership. Miglior attaccante e capocannoniere, poi: Mauro Icardi con 16 reti (l’ultimo giocatore che aveva realizzato cosi tanti gol dopo 15 giornate era stato Luca Toni nel 2005/06 quando giocava nella Fiorentina). Come si diceva una volta, insomma, ecco la spina dorsale che costituisce la forza di una squadra: un grande portiere, una difesa solida e un attaccante che segna. Semplice, banale, ma vero.
Che l'Inter stia poi facendo qualcosa di straordinario, o quasi, lo dicono ovviamente e chiaramente i 39 punti in classifica: l’ultima squadra a riuscirci, anzi a fare meglio, dopo 15 giornate era stata la Juventus nel 2013/14 (40 punti in quel caso). E' la seconda volta, giusto per sottolineare il concetto, che nella sua storia l’Inter mette assieme così tanti punti: prima solo nel 2006/07, e in quell’occasione poi vinse lo scudetto.
Poi ci sono i numeri e i primati di giornata. C'è così la prima tripletta in carriera in campionato per Ivan Perisic, ad esempio, un hat-trick arrivato non a caso contro il Chievo, la vittima preferita del croato in Serie A. C'è inoltre la vena realizzativa di Milan Skriniar, già tre reti, non poche per un centrale che anche sotto porta sta evidentemente stupendo per presenza e produttività. Poi ci sono i 39 tiri tentati nel match che rappresentano il record di conclusioni per una squadra in una partita di questo campionato.
Insomma, l'Inter è lì in alto perché i numeri non mentono e perché - come ha detto Spalletti - il gruppo è fatto di professionisti seri, di giocatori che per la prima volta dopo anni (almeno sette, se pensiamo all'Inter mouriniana) vanno in campo sapendo quel che devono fare. Applicazione, conoscenze, partecipazione. Una squadra, insomma. Per ora da primato.