Senza Calhanoglu e Mkhitaryan, nuova chance per l'albanese e il polacco che sin qui non hanno cambiato marcia
Scorrendo la lista degli infortunati è evidente che la situazione più delicata in casa Inter riguarda la difesa, con le assenze di Acerbi e Bisseck, oltre a un Pavard appena ristabilito e non ancora pronto per giocare dall'inizio. Ma il reparto mediano non sta tanto meglio: gli acciacchi di Calhanoglu e Mkhitaryan al momento non preoccupano ma entrambi daranno forfait domani contro il Venezia, il turco si rivedrà contro il Bologna mentre l'armeno, reduce da un affaticamento, sarà da rivalutare dopo il weekend (per il momento non saranno fatti esami). Senza contare la situazione di Frattesi che, almeno a livello mentale, probabilmente sogna di essere altrove.
Via libera dunque a un centrocampo quasi del tutto nuovo dove sarà Barella a dover dare certezze ad Asllani e Zielinski. Se l'albanese resta quello maggiormente nel mirino dei tifosi visto che la prestazione negativa col Milan in Supercoppa ha riaperto i discorsi su una sua reale crescita come credibile vice-Calhanoglu, il polacco è stato meno sollecitato dalla critica ma si attendono uguali risposte pure da lui.
Sin qui ha messo insieme venti presenze ma il minutaggio complessivo (884') non trae in inganno: una media quasi perfetta di un tempo a partita, a significare che per Inzaghi resta uno dei famosi co-titolari perché se è vero che è difficile toccare la mediana titolare, d'altro canto l'ex Napoli non ha mai mostrato quella qualità che ci si attendeva da lui. Zielinski ha la tecnica e l'esperienza per stare pienamente nel centrocampo interista ma sin qui ha faticato sia da regista, vedi nel 4-4 contro la Juventus, sia da mezzala dove sarà riproposto contro il Venezia.
Tatticamente più orientato al gioco orizzontale rispetto a Mkhitaryan, ha meno strappi dell'armeno ma una gestione palla invidiabile, forse rischia di pestarsi maggiormente i piedi col regista di turno ed è su questo che Inzaghi deve lavorare mentre il classe 1994 deve mostrare più dinamismo in un modulo diverso dal 4-3-3 in cui era abituato a operare ai tempi di Napoli.