La forza delle idee del tecnico piacentino sta facendo la differenza: per l'Inter il rinnovo è una formalità
Il tacco di Thuram, le verticalizzazioni di Barella, la lucidità di Carlos Augusto. Senza dimenticare un Lautaro versione capitano a tutto campo. I singoli hanno fatto il loro a Monaco di Baviera, forse anche di più di quanto era lecito immaginare alla vigilia complice un calendario fitto e il pareggio di Parma che aveva fatto storcere il naso a tanti. Ma il vero segreto dei nerazzurri, specialmente alla luce di come sono nati i gol e dell'organizzazione mostrata all'Allianz Arena, è uno: Simone Inzaghi.
Altro che contropiede: l'Inter si è imposta in Germania con la forza delle sue idee. Di un gioco moderno, difficile da decriptare, e che vede coinvolti tutti gli uomini, Sommer compreso. In quattro anni il tecnico piacentino ha costruito una macchina di altissimo livello, capace di funzionare anche nei momenti più difficili. Il secondo gol con il Bayern n'è l'esempio plastico: palla al portiere, meccanismi automatizzati e palla a Carlos Augusto che imbuca per Frattesi. Tutto in dodici secondi e con ben due 'riserve' protagoniste.
Insomma l'Inter ha una identità chiara ma anche molteplici soluzioni capaci di mandare al bar gli avversari. Il futuro di Inzaghi, che ha cambiato anche comunicazione cominciando a 'rispondere' ad alcune accuse che gli vengono mosse, sembra essere scritto. Almeno a sentire Marotta che lo ha blindato solo pochi giorni fa: "Ha lavorato molto bene in questi anni, è un punto di riferimento sia a livello personale che tecnico. Il rinnovo è solo una formalità". Ma siamo certi che Inzaghi sia disposto a restare ancora a Milano davanti a un nuovo progetto fondato sui giovani ed eventualmente dopo un pokerissimo di trionfi, Mondiale per club compreso? Staremo a vedere.