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L'ANALISI

L'Inter è l'ombra di se stessa: nei big match i nerazzurri si sgonfiano

Dopo un primo tempo dominato, anche contro la Juventus i nerazzurri si sono sgonfiati anziché azzannare il match

17 Feb 2025 - 07:59
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Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Citando Agata Christie, che con il Derby d'Italia contro la Juventus centra poco, si rende l'idea del periodo dell'Inter. Allargando un po' l'orizzonte possiamo dire dell'intera stagione. Se il pareggio in pieno recupero contro il derby aveva salvato l'apparenza, le due trasferte successive affrontate dai ragazzi di Simone Inzaghi hanno evidenziato un problema: se lo 0-3 di Firenze, bruttissimo per come è arrivato oltre che per la portata del risultato, poteva assumere i connotati della coincidenza, la sconfitta in casa della Juventus ha formato la cosiddetta prova. Quest'anno l'Inter negli scontri diretti paga qualcosa rispetto al passato e lontano dal Meazza, in questo momento, qualcosa non gira per il verso giusto. Ma cosa?

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Al livello massimo ogni dettaglio fa la differenza e proprio su quelli Simone Inzaghi e la sua Inter hanno costruito le proprie fondamenta: rabbia, ferocia agonistica e lotta per ogni centimetro sempre e comunque. Eppure in questa stagione c'è sempre qualcosa che manca nel momento più importante, quando c'è da sbranare l'avversario e dare un messaggio alla concorrenza, e lo stesso tecnico alla vigilia aveva sentito suonare chiarmaente la campanella. Anche contro la Juventus il primo tempo giocato ad altissimo livello non ha prodotto gol e nella ripresa, quando in molti si sarebbero aspettati un approccio al match ancora più cattivo, l'Inter si è sgonfiata lasciando prendere coraggio e metri ai bianconeri fino a subire il gol della sconfitta. Qualcosa di già visto contro il Milan (tre volte su tre), all'andata contro la Juve e in diverse altre situazioni accomunate dal fatto di essere dei big match.

Nelle nove partite disputate contro le prime della classe, dal Napoli al Bologna, l'Inter ne ha vinte solo tre - contro Atalanta (4-0), Lazio (6-0) e Fiorentina (2-1 al ritorno). Per il resto un pareggio un punto in due partite nel derby, conquistato in pieno recupero, così come contro la Juventus (4-4 e 0-1), un pareggio contro il Bologna (2-2) e una sconfitta netta in casa della Fiorentina (0-3). A questo va aggiunto l'1-1 contro il Napoli capolista in casa, proprio il punto del non ritorno in questo campionato adesso più che mai fondamentale dopo il mancato sorpasso di Torino.

Parlare di un vero e proprio problema sarebbe ingiusto, lo dicono anche i numeri di Torino. Ma se un difetto è ridondante qualcosa da sistemare c'è e paradossalmente, parlando del miglior attacco del campionato, è la fase offensiva. Serve più cinismo negli scontri diretti, il dettaglio e la determinazione in più nel momento giusto per evitare lo sconforto, soprattutto da chi gioca meno. La panchina lunga e di qualità serve a poco se l'atteggiamento non è quello giusto. Con il big match per eccellenza in arrivo, il famoso scontro scudetto di Napoli, la questione è da sistemare con la massima urgenza.

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