Il capitano nerazzurro titolare contro il Venezia: a San Siro in campionato non segna da 249 giorni
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Mercoledì sera a San Siro arriva l'Arsenal in Champions League ma prima c'è da battere il Venezia per restare il più possibile in scia alla capolista Napoli prima dello scontro diretto di domenica prossima, sempre davanti ai propri tifosi. Vietato dunque perdere per strada altri punti con squadre di bassa classifica, come già successo a Marassi contro il Genoa e a Monza. Ecco perché Simone Inzaghi cambierà lo stretto necessario contro i lagunari, galvanizzati dalla vittoria in rimonta contro l'Udinese.
Josep Martinez dovrà dunque aspettare per il suo debutto tra i pali nerazzurri, così come Taremi è pronto a entrare a gara in corso: niente riposo per Lautaro Martinez, più carico che mai dopo la delusione del settimo posto nella classifica finale del Pallone d'oro e a caccia di un gol che in casa in campionato gli manca da 249 giorni. L'ultima rete del Toro a San Siro risale infatti al 28 febbraio, quando andò a segno nel 4-0 all'Atalanta. Calhanoglu è tornato a disposizione, così come Acerbi, e nell'allenamento della vigilia Inzaghi lo ha anche provato in formazione ma alla fine dovrebbe andare in panchina per poi essere al top per la gara di Champions contro l'Arsenal, importantissima per confermarsi nella zona classifica che vale la qualificazione diretta. Barella sembrava destinato a riposare e invece il numero 23 nerazzurro era nella formazione provata da Inzaghi nella rifinitura di stamattina, così come Zielinski, cui spetteranno i compiti di regia. In difesa Pavard con De Vrij e Bastoni.
Intanto Filip Stankovic, figlio di Dejan, difenderà i pali del Venezia. "Sono molto fiero di Filip e del percorso che sta facendo. È stato due anni al Volendam e l’esperienza gli è servita. Se penso che Filip ora gioca a San Siro, nel mio stadio, beh, non posso che essere felice - ha detto l'ex centrocampista nerazzurro alla Gazzetta - Ma a lui mi sento di dire una cosa sola: deve pensare a se stesso. Quando scenderà in campo, deve avere la testa solo sulla sua squadra, deve ragionare sul suo ruolo e sul suo lavoro. Gioca contro una squadra fortissima, un big d’Europa, piena di tanti campioni. Mi sta regalando una gioia enorme, sono orgoglioso di lui.