Serie A alle porte, i rossoneri corrono e divertono. Mancini sta avendo delle difficoltà
I fari addosso di tifosi e avversari, l'obbligo di non deludere le aspettative e tornare a respirare aria d'alta classifica. Inter e Milan dopo un paio di stagioni disastrose sono chiamate al riscatto in Serie A. I soldi sono stati spesi, tanti, le scuse stanno a zero ma il precampionato ha detto chiaramente che la Milano calcistica viaggia a due velocità. Zoppica l'Inter nei risultati e nel gioco. Ha convinto di più il Milan del sergente Sinisa. Se basterà per avvicinare Juventus e Roma non è dato sapersi.
Partiamo dall'Inter. L'amichevole di Ancona contro l'AEK Atene ha confermato tutti i limiti della rosa nerazzurra nonostante la valanga di milioni spesi sul mercato. Senza Shaqiri e tra poco Kovacic, Mancini ha rinunciato a qualità e imprevedibilità in mezzo al campo e l'attacco a oggi è sorretto dalle lune - e dagli acciacchi - di Palacio e Icardi. Ma balbetta. Le due sole vittorie in precampionato contro Carpi e Athletic Bilbao, ma soprattutto le ripetute sconfitte tra tournéè in Cina e trofeo Tim hanno fatto suonare l'allarme e anche se il tecnico si è detto tranquillo in attesa di affondare il colpo su Perisic e Felipe Melo, la verità è che a questa Inter manca un'idea di gioco e i nuovi acquisti stanno facendo fatica ad inserirsi. Kondogbia soffre per il momento il peso dei soldi spesi per lui; Jovetic viene da un paio di stagioni anonime; Miranda e Murillo devono affiatarsi, soprattutto con Handanovic. Bocciato invece Montoya. In vista dell'esordio con l'Atalanta, insomma, i grattacapi in casa Inter sono molti da affrontare con l'unica certezza: il 4-3-1-2.
Di tutt'altra velocità la pre-season del Milan di Mihajlovic, indicato dal presidente Berlusconi come il "miglior acquisto stagionale". A giudicare il primo e unico impegno ufficiale, il 2-0 al Perugia in Coppa Italia, il taglio col passato è netto pur con il cartello dei lavori in corso ben visibile. A saltare all'occhio è la velocità di pensiero e palleggio dei rossoneri con un tasso tecnico in mezzo al campo decisamente aumentato. I giri a vuoto e le batoste non sono mancate in estate, ma anche le soddisfazioni e le sorprese. La fase difensiva non è ancora impeccabile, se attaccato in velocità o nello stretto la difesa di Mihajlovic perde ancora colpi, ma era impossibile costruire un muro in meno di due mesi. Il tecnico serbo ha deciso di usare il bastone per far tornare grande il Milan e se saprà tenere alto il morale della truppa alle prime inevitabili difficoltà, il futuro potrebbe dargli ragione anche se manca qualcosa in mezzo al campo. La sua mano nel gioco e nello spogliatoio si vede, ma l'esordio a Firenze potrebbe rendergli tutto più complicato.