La partita con il Parma è stata simile a quella in Ucraina ma a San Siro i nerazzurri hanno subito due gol. Anche se c'è l'alibi del rigore mancato
Il rigore non dato per l'atterramento di Perisic (con il mancato ricorso al Var) e l'occasione di Vidal all'ultimo secondo, avrebbero potuto cambiare l'umore dell'ambiente nerazzurro ma non le analisi del post Inter-Parma. Gli alibi, arbitraggio a parte, non mancano: dall'assenza di Lukaku fondamentale per la manovra (e i gol), a una difesa senza Skriniar (che finalmente è negativo e potrà tornare in gruppo). I problemi oggettivi, però, ci sono. Inutile negarlo.
Conte ha posto l'accento sulle tante occasioni create e non concretizzate. La cattiveria e la determinazione sotto porta fanno la differenza tra una squadra che va in campo per "mordere" la partita e quella che invece si limita a realizzare il compitino. L'altro limite che va analizzato è quello relativo ai gol subiti. In 4 partite casalinghe stagionali sono addirittura 9 le reti realizzate dagli avversari dell'Inter a San Siro. Una media superiore alle due a gara.
Troppo liberi di impostare i centrocampisti nella metà campo nerazzurra e troppo distratti i difensori sui tagli degli attaccanti negli spazi tra i 3 dietro. Il Parma ha scelto di snaturare le sue caratteristiche di gioco nello stesso modo in cui lo Shakhtar Donetsk ha cambiato le sue abitudini tattiche in Champions. Una linea di 5 difensori molto vicina ai 3 centrocampisti in modo da non concedere lo sfruttamento dei mezzi spazi ai nerazzurri (l'unica volta in cui è successo, Brozovic ha trovato il gol). Il tutto accompagnato da un'attesa costante nella propria parte difensiva del campo. In questo modo all'Inter è stata tolta una caratteristica fondamentale: quella di guadagnarsi spazio risalendo il campo alle spalle delle linee di pressione avversarie. Contro una squadra disposta in quel modo i centrocampisti, abituati a gettarsi nelle zone liberate dagli attaccanti, si ritrovano gli spazi occupati dal muro avversario.
Sarà necessario trovare un piano b per partite come queste perché sembra ormai diventata un'abitudine, quando si affronta l'Inter, la ricerca, anche da parte di allenatori definiti "giochisti", di soluzioni di questo tipo.