A distanza di un solo anno e dopo un addio complicato, l'attaccante cileno è pronto a tornare ad Appiano
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Alexis Sanchez e l'Inter sono pronti a dirsi sì. A un anno dal burrascoso addio con tanto di telenovela per la buonuscita, le strade dell'attaccante cileno e dei nerazzurri si incrociano nuovamente. Una mossa che ha destato diverse perplessità, sia per il rendimento discontinuo di Sanchez nel triennio in nerazzurro che per il burrascoso addio sancito l'8 agosto di un anno fa dopo 20 gol in 109 presenze complessive e tre trofei conquistati (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana). Tre i momenti iconici in nerazzurro: il gol vittoria in Supercoppa contro la Juventus, la palla persa contro il Milan nel derby scudetto per il momentaneo pareggio di Giroud (che poco dopo segnerà anche il secondo gol) e l'espulsione ad Anfield sul più bello, pochi secondi dopo la rete di Lautaro a dare speranze. Più parole che gol, come la celebre intervista post-Supercoppa in cui attaccò Simone Inzaghi per lo scarso impiego: "Mi sento un leone in gabbia, i campioni sono così. I campioni fanno cose che altri non fanno, i campioni più giocano più stanno meglio. Oggi avevo fame di vincere, speravo di giocare dopo la Lazio, se mi lasciano giocare sono un mostro. Poi sceglie il mister". Parole che ovviamente non sono andate giù a tecnico e dirigenti e che hanno contribuito al suo addio. Al Marsiglia Sanchez ha trovato continuità e gol, chiudendo la passata stagione con 18 centri in 44 gare.
L'ARRIVO IN PRESTITO NEL 2019
Sanchez varca per la prima volta i cancelli di Appiano Gentile nel giugno 2019 in prestito dal Manchester United. Alla guida c'è Antonio Conte. Il cileno si presenta con il gol alla prima da titolare contro la Sampdoria (e un'espulsione per doppia ammonizione), ma ben presto cominciano gli infortuni, ben 7 nel triennio a Milano. Il 13 ottobre 2019 in un contrasto con Cuadrado in Cile-Colombia si procura la lussazione ai tendini della caviglia che lo costringerà a stare fermo la bellezza di tre mesi. Rientra in campo solo a gennaio, poi la pandemia, il lockdown con il campionato che finisce solo ad agosto. La stagione di Sanchez si chiude con 4 gol e 10 assist in 32 gare.
L'ACQUISTO A TITOLO DEFINITIVO E LO SFOGO DI CONTE
L'Inter decide di puntare su Sanchez e lo acquista a titolo definitivo dal Manchester United, facendogli firmare un triennale da 7 milioni netti. L'inizio di stagione è ancora difficoltoso, tra infortuni, panchine e gol sbagliati. Conte ha trovato la coppia perfetta nella Lu-La e per il cileno c'è soprattutto la panchina. A gennaio sembra tutto apparecchiato per lo scambio con Dzeko, ma non se ne fa nulla. Conte sbotta e lo attacca. "I suoi numeri sono impietosi: sotto porta deve essere più cattivo. Per gli attaccanti parlano sempre i numeri". Pungolato nell'orgoglio, arriva il gol al Genoa il 28 febbraio, una settimana dopo la doppietta pesantissima a Parma per l'allungo dell'Inter a +6 sul Milan. A fine stagione sarà scudetto e il contributo di Sanchez è di 7 gol e 8 assist in 38 gare.
SUPERCOPPA ED ERRORI PRIMA DELL'ADDIO
L'Inter perde Lukaku e acquista Dzeko dalla Roma e per Sanchez è sempre la stessa storia: qualche gol qua e là, acciacchi sparsi, tanta panchina. Sono concentrati in questa ultima stagione i momenti più iconici, sia in positivo che in negativo: il gol in Supercoppa all'ultimo respiro alla Juventus, ma anche la palla persa che diede il via alla clamorosa rimonta scudetto del Milan e l'ingenuità di Anfield nel ritorno degli ottavi quando l'Inter ha accarezzato la grande impresa prima della sua espulsione. Alla fine la stagione più prolifica (9 gol e 5 assist) si chiuderà con il mancato saluto al proprio pubblico in occasione di Inter-Sampdoria, ultima giornata, e il lungo tira e molla per la rescissione del contratto.