I nerazzurri hanno trovato la via giusta e anche in Transnistria il tecnico è riuscito a cambiare molto senza perdere in qualità
Qualità, abbondanza, fisicità e gol. Queste sono le armi dell'Inter di Simone Inzaghi per dare la caccia al Milan domenica sera, nel derby d'alta quota in Serie A. Dalla logisticamente insidiosa trasferta in Transnistria contro lo Sheriff, i nerazzurri tornano con tre punti, l'entusiasmo alle stelle per una qualificazione nuovamente nelle proprie mani e con più energie del previsto, grazie allo scientifico turnover del tecnico che rispetto alla sfida contro l'Udinese ha cambiato cinque pedine, senza risentirne. A risultato acquisito ha poi potuto risparmiare minuti importanti anche ad altri elementi chiave.
Se l'allenatore del Milan Pioli, l'Inter campione d'Italia resta la favorita per la conquista dello scudetto a fine stagione, la distanza di sette punti in classifica in favore dei rossoneri tra le due squadre di Milano rende il derby un primo crocevia importante soprattutto per l'Inter, costretta a vincere o quanto meno a non perdere per non scivolare via.
Per questo Simone Inzaghi ha sempre tenuto un occhio all'orizzonte anche durante la trasferta di Champions e i risultati, dopo anche il 2-0 contro l'Udinese nonostante sette cambi nella formazione iniziale, sono arrivati. Turnover scientifico e programmato già da settimane possibile anche grazie alla caratteristica che ai cugini rossoneri è mancata di più in questo inizio di stagione, l'abbondanza. Gruppo completamente a disposizione per Inzaghi, ma soprattuto - come dimostrato dal campo - con ogni pedina in grado di suonare lo spartito senza troppi problemi.
Contro lo Sheriff al fianco dei soliti Brozovic e Barella, si è visto un Vidal tirato a lucido e pronto a essere decisivo. Anche Sanchez negli ultimi minuti ha dato buone risposte, così come sugli esterni, di gran lunga il ruolo più logorante nel modulo nerazzurro, che giochi Dimarco o Perisic e dall'altra parte Darmian o Dumfries è più questione di tattica studiata dalla panchina piuttosto che di qualità da aggiungere o togliere. Davanti le certezze sono Dzeko e Lautaro, ma Correa - fedelissimo di Inzaghi e bestia nera del Milan - ha dimostrato di poter partire titolare senza troppi intoppi, anzi.
Merito dello staff tecnico dell'allenatore nerazzurro, già noto dai tempi della Lazio in cui della freschezza fisica e dei pochi infortuni ha fatto un vanto. Per il resto ci sono volute solo poche settimane per vedere l'Inter di Inzaghi, e contro il Milan sarà battaglia vera.