Il mental coach top in Italia: "Un ambiente che da troppo tempo è perdente o non performante perde fiducia"
Dopo la sconfitta dell'Inter col Beer Sheva, Pioli ha parlato di un problema di testa, di presunzione. Un'analisi lucida, condivisa anche da Roberto Re, mental coach top in Italia. "L'Inter è un disastro, non ha una mentalità vincente - ha spiegato in esclusiva su SportMediaset.it a 4-4-2 -. Un ambiente che da troppo tempo è perdente o non performante perde fiducia". "I nerazzurri avrebbero bisogno di un mental coach - ha aggiunto -. Anche la mente deve essere allenata a certi livelli".
"La mentalità vincente non è casuale, non si crea dall'oggi al domani - ha proseguito Roberto Re -. La mentalità si crea col tempo e non da parte solo di un giocatore o due". "I veri campioni sanno che non è mai finita fino all'ultimo, sanno che bisogna andare fino in fondo alla partita, come fa la Juventus che ha sempre fame", ha spiegato il mental coach, che poi ha voluto sottolineare la scarsa attenzione del calcio agli aspetti mentali delle performance sportive. "Se una squadra non è allenata fisicamente ha bisogno di un preparatore atletico - ha precisato -. Così se la squadra ha questi problemi, è ovvia la risposta, ha bisogno di un mental coach". "Il mondo del calcio sembra vivere in un mondo a sé - ha aggiunto -. Si spendono denari e investimenti su parte fisica e tecnica e raramente esiste un collaboratore dell'allenatore che aiuti la squadra dal punto di vista mentale".
Un esempio? L'Italia di Conte. "Gli azzurri agli Europei non erano preparati mentalmente a calciare i rigori e così l'italia ha perso". "La pressione la alleni allenando il cervello, con la mente che vive in anticipo certe situazioni - ha proseguito -. Come se fosse un muscolo. Quante ore viene preparata fisicamente una squadra? Tantissime. Quante ore per la mente? Zero. Chiunque ha fatto sport sa che se nel momento della prestazione non ha preparato la testa, il risultato non arriva". Quanto al mental coach che potrebbe risolvere i problemi dell'Inter, negli scorsi giorni era spuntato il nome di Anthony Smith. "Anthony è stato allievo della mia accademy, non so se sia vero, non ne ho idea - ha commentato Roberto Re -. Sarebbe necessario? Sì. Credo che in una situazione del genere serve. Bisogna fare qualcosa, è un disastro". "Per gli sport di squadra sarebbe ideale avere un collaboratore che si occupi della parte mentale - ha concluso -. Chi guida un gruppo deve sapere che le persone sono diverse tra di loro, servono abilità psicologiche".