Con una lettera datata 23 marzo i nerazzurri provano ad accelerare sul progetto originario, quello che prevede la demolizione del "Meazza" e la costruzione di un nuovo impianto
L'Inter sembra intenzionata a non discostarsi dal progetto originario e costruirsi una nuova casa a San Siro. Secondo il Corriere della Sera, infatti, i nerazzurri starebbero insistendo col Comune di Milano sul piano che prevede la demolizione del "Meazza" e la costruzione di un nuovo impianto nella stessa zona, mentre il Milan continua a esplorare la pista dell'area dell'Ippodromo La Maura, che resta la prima scelta dei rossoneri.
Il quotidiano pubblica una mail del 23 marzo indirizzata a Palazzo Marino e firmata dall'ad nerazzurro Alessandro Antonello, con il presidente rossonero Paolo Scaroni in copia per conoscenza: "Riteniamo opportuno rilevare che nella comunicazione non viene data alcuna informazione su come l’amministrazione intenda procedere - scrive Antonello -. La definizione delle successive fasi del procedimento risulta essenziale, posto che al momento nulla osta alla continuazione dell’iter, considerata la già acquisita dichiarazione di pubblico interesse".
Dal messaggio si evince dunque come la società non abbia intenzione di discostarsi dal progetto di partenza e anzi chieda al Comune di accelerare i tempi e indicare quali dovranno essere le prossime mosse, ritenendo "impossibile" rimanere nel vecchio San Siro. Il Corriere sottolinea comunque come, al momento, sia altrettanto impossibile che l'Inter possa imbarcarsi in tale impresa da sola, senza la collaborazione del Milan.
FONTANA IN PRESSING: "MILAN E INTER HANNO DIRITTO AD AVERE UNA RISPOSTA"
Nel frattempo sulla questione è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Quello che sta accadendo è difficile da capire - le sue parole a margine di un evento -. Quello che io penso sia necessario è che si faccia chiarezza, si stabilisca un percorso, si facciano delle scelte in modo che ci sia uno stadio unico, cioè il vecchio progetto iniziale, o che ci siano due stadi distinti. Credo che le società abbiano diritto di avere una risposta. Uno o due sono valutazioni che dovranno essere prese da chi deve decidere e dovranno essere prese dalle due società. Mi sembra comunque che il progetto iniziale non sia ancora morto, anche se è chiaro che il dibattito pubblico ha posto dei limiti. Saranno le due società a decidere se accettare tali limiti o meno. É importante che si arrivi a una soluzione".