Il tecnico nerazzurro dopo il ko contro la Lazio: "Non è Messi o Ronaldo. Questione di credibilità"
"Mediare con un giocatore per farlo giocare e fargli vestire la maglia dell'Inter è umiliante. Verso i tifosi e i compagni. Oggi Mauro Icardi deve stare fuori per come si è comportato, è giusto giochino gli altri". Parole durissime quelle pronunciate da Luciano Spalletti al termine della partita, persa, contro la Lazio. Il tecnico nerazzurro, visibilmente alterato, ha risposto così all'immancabile domanda sull'esclusione dell'argentino: "E' una questione di credibilità".
"Gli eventi sono sotto gli occhi di tutti e sono facili da leggere" ha continuato Spalletti decisamente alterato. "Da quanto tempo che l'Inter non andava in Champions? E c'era Icardi. Quante partite abbiamo perso anche peggio di queste con lui in campo? Messi e Ronaldo fanno la differenza, ma ce ne sono pochi come loro. Basta andare a chiedere ad un tifoso dell'Inter se deve essere pregato per indossare questa maglia, è stato umiliante il fatto di dover trattare con un legale. Umiliante.
"La cosa che conta in un giocatore è la disciplina. Io devo far giocare chi lo merita. Spingete la parte che volete spingere. E’ una condizione di continuità quella dell’allenatore. Devi essere riconosciuto ed essere credibile, riconosciuto come uno che fa le cose giuste. Parlate di lui perché volete farvi il vostro film. Doveva stare una partita fuori, ora è di nuovo in gruppo", ha aggiunto e chiuso il tecnico dell'Inter. Ma, viene da chiedersi, adesso è possibile ricucire veramente dopo parole del genere?