Campo non facile per i nerazzurri: l'anno scorso rimonta firmata dal centrocampista all'ultimo respiro, due anni fa arrivò una sconfitta
Udine trasferta insidiosa, per l'Inter zoppicante di questo inizio campionato. Niente a che vedere con la magica notte dell'8 aprile scorso, con la squadra di Inzaghi capace di riprendersi dallo scivolone sul vantaggio friulano di Samardzic, passando per il rigore di Calhanoglu fino all'apoteosi del gol di Frattesi (che però dovrebbe partire in panchina nonostante l'assenza di Barella: pronto Zielinski) a fine recupero, forse il colpo risolutivo per la seconda stella poi appuntata nello storico derby del 22 aprile.
Snodo Udine insomma, crocevia in un luogo magico in quell'occasione ma spesso ostico per chiunque, anche per i colori nerazzurri. Proprio Simone Inzaghi, protagonista fin qui della sua peggior partenza dall'approdo sulla panchina interista, ne sa qualcosa. A due stagioni fa, alla settima giornata, risale infatti il duro ko, un 3-1 per l'Udinese, dopo la rete di Barella rimonta bianconera con l'autogol di Skriniar, e i centri di Bijol e Arslan.
Nel 21/22 invece successo di misura dell'Inter, Perisic Lautaro e Pussetto per i friulani nel finale. Tre punti che ora servirebbero come il pane, magari ritrovando proprio la vena realizzativa del diez argentino, assente fin qui nei tabellini di questo inizio di campagna 24/25. Anche perché l'Udinese a Lautaro sembra portare bene: sempre a segno consecutivamente contro i friulani nelle ultime quattro stagioni.
A Udine come appena visto tre stagioni fa, e poi tre volte a San Siro: nel 4-0 dello scorso trionfale anno bistellato, nel 3-1 del 22/23 quindi su rigore nel 5-1 del 20/21, nel giorno della festa per il diciannovesimo scudetto, firmato Antonio Conte.