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Diciotto giorni di silenzi e ombre. Un intervallo breve ma cruciale che separa l’agguato mortale a Vittorio Boiocchi dall’arrivo sulla scena milanese di Antonio Bellocco, giovane esponente della ‘ndrangheta destinato poi a diventare uno dei tre leader della Curva Nord dell’Inter.
È questo il nodo attorno a cui ruotano le indagini sull’omicidio dell’ex capo ultrà, avvenuto la sera del 29 ottobre 2022. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la procura ritiene di aver identificato mandanti, organizzatori e killer materiali. A dare la svolta, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Beretta, che si è autoaccusato di aver commissionato l’omicidio. Due anni dopo, sarà proprio lui a pugnalare a morte Bellocco davanti alla palestra Testudo, a Cernusco sul Naviglio.
Nel suo racconto agli inquirenti, Beretta ha descritto mesi di tensioni crescenti con Boiocchi, culminati in un incontro rivelatore con Mauro Nepi, vocalist della curva, che gli avrebbe suggerito un possibile “risolutore del problema”. A quel punto entrano in scena i Ferdico, padre e figlio, che si offrono di pianificare il delitto in cambio di 50mila euro e di una fetta nei lucrosi affari della curva.
Il 16 novembre 2022, esattamente due settimane dopo l’omicidio, Antonio Bellocco fa il suo ingresso a Milano. La polizia, già al lavoro con l’operazione “Doppia curva”, registra un incontro sospetto in un negozio di merchandising a Pioltello, gestito proprio da Beretta. Durante quella riunione, Beretta illustra con entusiasmo i progetti della curva, mentre Bellocco si presenta raccontando della madre detenuta al 41 bis, del padre scomparso, e dei legami con le cosche calabresi.
È l’inizio della rapida ascesa del giovane rosarnese, che insieme a Beretta e ai Ferdico darà vita a un vero e proprio triumvirato al comando della Nord. Una gestione che, secondo gli inquirenti, sfocerà presto nell’idea di eliminare proprio Beretta. Un piano che viene rivelato da Daniel D’Alessandro, sospettato di aver materialmente assassinato Boiocchi, spingendo Beretta a muoversi in anticipo e colpire Bellocco a inizio settembre.
Nonostante le ammissioni, gli investigatori ritengono che Beretta non abbia ancora detto tutto. I 18 giorni tra la morte di Boiocchi e l’arrivo di Bellocco a Milano sono considerati troppo pochi per essere frutto del caso. Il sospetto è che il clan dei Bellocco abbia avuto un ruolo più centrale di quanto finora dichiarato. Le indagini sono tutt’altro che concluse. All’orizzonte, si parla già di nuovi pentiti pronti a collaborare e di ulteriori sviluppi destinati a scuotere gli equilibri del tifo organizzato nerazzurro.