I temi più caldi lasciati in eredità dall'ottava giornata di Serie A
di Matteo Dotto
Vincono tutte le prime della classe con l’eccezione di Inter e Roma, in attesa del posticipo che vede impegnata la Fiorentina a Venezia. Al di là delle discussioni sull’operato di Orsato in occasione del rigore assegnato ai giallorossi, la sfida dello Stadium conferma lo status di “grande” di una Roma da applausi e registra il prepotente ritorno della Vecchia Signora in zona Champions. Adesso il quarto posto è a un sol punto, alla quarta giornata distava addirittura sette lunghezze.
MISURA – Quarta vittoria consecutiva in campionato, quinta comprendendo anche il successo in Champions sui campioni d’Europa del Chelsea. Curiosità: il pokerissimo di vittorie bianconere è fatto tutto… di misura: 3-2 a La Spezia, 3-2 alla Samp, 1-0 al Chelsea, l’1-0 in casa del Toro e l’1-0 sulla Roma. Terza partita di fila, dunque, senza subire gol. E già qualcuno ripensa alla striscia positiva del 2015-16 quando – dopo una partenza se possibile peggiore di quella di quest’anno – la squadra di Allegri inanellò l’incredibile serie di 15 successi consecutivi.
FORTUNA – Un assist… di fondoschiena di Elmas propizia il gol di Osimhen e l’ottava vittoria consecutiva del Napoli. La squadra di Spalletti ha legittimato il successo (rigore sbagliato da Insigne nel primo tempo, gol annullato a Di Lorenzo e palo di Lozano nel secondo) anche se il Torino di Juric non ha demeritato: il croato Brekalo ha avuto tre occasioni e anche se non le ha sfruttate conferma di essere un ottimo acquisto, un ’98 di prospettiva. Nell’Ottovolante azzurro spicca soprattutto il numero dei gol incassati: solo 3 in 8 partite (del genoano Cambiaso, dello juventino Morata e del fiorentino Martinez Quarta).
PARAGONI – E’ incredibile come, anche dopo la sconfitta dell’Olimpico, tutti i parametri dell’Inter inzaghiana siano migliori rispetto all’Inter scudettata di Conte. Positivo il saldo punti (+2: 17 oggi contro i 15 di ieri), positivo il numero di gol fatti (23 contro 20) e quello dei gol subiti (11 contro 13). Certo, all’ottava giornata – a fronte della caduta in casa Lazio – lo scorso campionato la squadra di Conte batteva il Torino (4-2 rimontando dallo 0-2) e dava inizio a un filotto di… otto vittorie consecutive. E, unico numero in controtendenza, la vetta (allora del Milan) distava 5 punti mentre adesso il Napoli è a +7. Importante, adesso, che Simone Inzaghi riesca a ricompattare il gruppo. A partire dall’impresa di raddrizzare la situazione in Champions (lì sarebbe proprio difficile far peggio di Conte…) fin da martedì contro lo Sheriff. Per arrivare alla non proprio banale prossima giornata di campionato: domenica 24 ottobre, ore 20.45, Inter-Juventus…
PROMOSSO – Voto alto a Olivier Giroud non solo e non tanto per il (bel) gol di testa che ha riaperto la sfida di San Siro quando il Milan sembrava in balia del Verona. Nel dopo partita, al microfono Dazn di Federico Sala, il francese si è esibito in un italiano sciolto e piuttosto forbito. Considerato che sono appena tre mesi che l’attaccante francese è in Italia la promozione con lode ci sta tutta. A maggior ragione se pensiamo che uno come Cristiano Ronaldo, dopo più di tre anni da noi, sapeva forse a malapena dire un “ciao”.
TRIPLA CIFRA – Nell’Atalanta tornata “gasperiniana” con il 4-1 di Empoli, nell’Atalanta che ha ritrovato il vero Ilicic (doppietta per lo sloveno che non segnava in campionato da aprile) Duvan Zapata ha firmato il suo gol numero 100 in A. Zapata ha 30 anni e da otto è in Italia: arrivò nell’estate 2013 per vestire la maglia del Napoli. Questa la composizione della sua tripla cifra: 11 reti (in due stagioni) con il Napoli; 18 (in due stagioni) con l’Udinese; 11 con la Sampdoria; 60 con l’Atalanta, con cui sta disputando il suo quarto campionato.
DEBUTTO – Non è mai facile esordire e segnare in un colpo solo. Meno ancora se non sei un attaccante. Per cui standing ovation per il messicano Johan Vazquez, 23 anni venerdì prossimo, di professione difensore centrale. Sua la zuccata del 2-2 in rimonta del Genoa sul Sassuolo. E una domanda a Ballardini: perché lo ha tenuto in naftalina nelle prime sette giornate non regalandogli neppure un minuto? Eppure il ragazzo è arrivato in Italia con un certo pedigree visto che è stato inserito nella top 11 dei Giochi di Tokyo grazie anche al bronzo conquistato dal suo Messico