Il nostro calcio non riesce a portare nessuna squadra ai quarti della coppa più prestigiosa. Non resta che affidarsi all'Europa League
Era francamente difficile aspettarsi qualcosa di diverso visti i precedenti dell'ultimo decennio. Ma almeno una squadra ai quarti di finale il calcio italiano poteva anche portarla... La Juventus, per esempio, considerando il livello del Porto, la presenza di Ronaldo e una campagna acquisti particolarmente onerosa. Niente da fare. Dall'ultima vittoria interista del 2010, l'Italia in Champions League ha raggiunto due finali, con i bianconeri di Allegri, e una semi con la Roma di Di Francesco.
I processi servono a poco ma sarebbe utile, perlomeno, un'analisi approfondita dei limiti del nostro calcio, qualcosa che non è mai stato fatto nemmeno dopo essere usciti due volte al primo turno ai Mondiali e non esserci andati del tutto nel 2018. Dal titolo iridato del 2006, insomma, solo il Milan di Ancelotti, l'anno dopo, e l'Inter di Mourinho (che spesso aveva in campo solo stranieri), sono riusciti a regalare delle soddisfazioni al pallone made in Italy. In Germania, per molto meno (un flop all'Europeo del 2000), hanno rivoluzionato completamente l'organizzazione del loro calcio, partendo dal settore giovanile e passando dall'istruzione degli allenatori i cui corsi sono strutturati con un anno intero di full immersion. Ai tedeschi, insomma, non basta essere stati grandi campioni per prendere in mano una squadra.
Partendo dal presupposto che sia tutto fiato sprecato e che l'anno prossimo faremo di nuovo gli stessi discorsi, c'è comunque ancora accesa la fiammella dell'Europa League, dove Milan e Roma possono regalarci delle soddisfazioni. La prova della squadra di Pioli a Manchester, con tutti i limiti legati ad assenze di alto livello, è una base di partenza importante che potrà dare i suoi frutti a San Siro con il rientro di tre giocatori fondamentali come Theo Hernandez, Calhanoglu e Ibirahimovic. Alla Roma, dopo il risultato dell'andata, basta non suicidarsi per andare avanti nella competizione e forse non è un caso che le uniche sopravvissute nelle coppe siano due squadre con un preciso impianto di gioco che hanno riferimenti sicuri anche quando devono fare a meno di interpreti importanti. Forse la strada per ripartire è proprio questa.