La Nazionale di scena all'Olimpico: serve un successo per continuare a credere nella qualificazione a Euro 2024
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Ci sono giornate decisive, che segnano un prima e un dopo. Ci sono partite che dettano un destino. Ci sono squadre che evocano invece cammini negati, stop dolorosi. L'Italia, in uno di quei giorni e in una di quelle partite, affronta proprio la Macedonia del Nord, che è per noi, innanzitutto, quel gol di Trajkovski che a Palermo ci negò la speranza mondiale. Ma che è anche, più vicino nel tempo, quell'1-1 del settembre scorso che ha trasformato i 90 minuti odierni in un inevitabile giudizio. Servono oggi tre punti, tre benedetti punti all'Olimpico per poi presentarsi a Leverkusen e avere due risultati buoni su tre contro l'Ucraina: salendo oggi a quota 13 avremmo infatti dalla nostra, a parità di punti, il favore dello scontro diretto.
Spalletti torna da commissario tecnico nello stadio in cui ha ideato e disegnato grande calcio. Lo fa tenendo fede alle sue idee, al suo credo calcistico. Ma lo fa anche, pragmaticamente, conscio delle difficoltà attuali del sistema Italia: ha bisogno di gol, ma non dispone di bomber veri, l'appello a Chiesa come "nostro Sinner" è più che un'investitura un augurio. Una speranza. Accanto allo juventino c'è Raspadori che in Nazionale ha segnato l'ultimo gol 14 mesi fa. E poi Berardi che con la Macedonia del Nord, nel ricordo di Palermo, un conto in sospeso continua ad averlo. All'Olimpico è a loro che ci si affida, davanti per lo meno. Molto poi dipenderà dal contributo di chi la palla dovrà loro portarla: Bonaventura e Barella ai fianchi di Jorginho diciamo che nelle intenzioni sono certamente in grado di offrire copertura ma soprattutto proposizioni. La difesa, priva di Bastoni e Di Lorenzo, premia la coppia Gatti-Acerbi. A destra Darmian assicura protezione, a sinistra con Dimarco maggiore capacità di percussione. Questo dovrebbe essere l'undici iniziale. In panchina, parlando di attacco e di gol, ci sono Scamacca, Kean, El Shaarawy, pure Zaniolo. Verrebbe da dire, bastano e avanzano. Contro la Macedonia del Nord poi... Ma appunto, il passato insegna. Oggi è uno di quei giorni, di quelli decisivi. Non si può sbagliare.