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Jonathan David, il globetrotter del calcio che da un anno ha stregato Giuntoli

Nato a New York da genitori haitiani, ha scoperto il calcio in Canada e si è affermato in Belgio prima di diventare la stella del Lille

di Enzo Palladini
22 Lug 2023 - 15:45

Un vero globetrotter del calcio: nato a New York, haitiano di origine, nazionale canadese, si è rivelato in Belgio ed è esploso in Francia. Jonathan David è l’attaccante emergente più seguito d’Europa e difficilmente resterà al Lille nella prossima stagione, perché i 26 gol segnati nell’ultima stagione tra Ligue 1 e Coppa di Francia sono un biglietto di sola andata per una destinazione importante. Magari italiana.

Occupa parecchi megabyte sul computer di Cristiano Giuntoli. Un file ricchissimo che l’attuale direttore sportivo della Juventus ha iniziato a immagazzinare più di un anno fa, quando Aurelio De Laurentiis gli chiese di attrezzarsi nel caso in cui il Napoli avesse ricevuto un’offerta irrinunciabile per Osimhen. La stima del dirigente toscano è cresciuta nel tempo, anche se nella stagione appena conclusa non è stato possibile ammirare il giovane bomber in Europa. Le sue prestazioni nel campionato francese però hanno confermato tutto quello che di buono era stato memorizzato sotto il suo nome: 37 presenze, 24 gol e 4 assist in Ligue 1, 3 presenze e 2 assist in Coupe de France.

Prima di raccontare la sua storia è giusto soffermarsi sulle caratteristiche che hanno attirato l’attenzione delle grandi squadre in maniera così decisa. Viene considerato un attaccante totale, nel senso che raduna in sé le caratteristiche di molti suoi colleghi. Potrebbe fare il “falso nueve” ma anche il finalizzatore puro. Ha velocità, forza e resistenza, cerca sempre la verticalizzazione e viene considerato dai suoi allenatori uno dei più bravi in assoluto nel praticare la transizione, nel guidare la squadra durante passaggio dalla fase difensiva a quella offensiva. 

Spiegato in breve chi è oggi Jonathan David, è interessante raccontare la sua storia di giramondo della vita prima che del calcio. Tanto per cominciare, è nato a New York il 14 gennaio del 2000 e già qui va spiegato il perché. I suoi genitori sono haitiani (in realtà la mamma “era” haitiana, essendo scomparsa nel dicembre del 2019), in quell’inizio di nuovo millennio erano in vacanza a New York (precisamente a Brooklyn) a casa di parenti e decisero di fermarsi fino alla nascita di Jonathan. L’idea era quella di far prendere la cittadinanza statunitense a tutta la famiglia proprio grazie a quella nascita. Un progetto che durò poco, perché quando il bambino arrivò al terzo mese di vita, papà e mamma decisero di tornare in patria, per vivere nella capitale haitiana Port-au-Prince.

Da zero a sei anni, un periodo sufficiente per affezionarsi a usi e costumi di un popolo. Ancora oggi Jonathan è molto legato ad Haiti, quando è diventato professionista ha spesso organizzato raccolte di fondi da spedire nel Paese d’origine, colpito da un terribile terremoto nel 2010. Per fortuna di genitori e figli (Jonathan ha una sorella minore), la famiglia si trasferì nel 2006 a Ottawa, in Canada. Per quanto il Paese nordamericano non sia mai stato all’avanguardia nel soccer, fu proprio lì che nacque la grande passione del giovane David per il calcio, quando frequentava una scuola francofona che si chiama Louis Riel. Prima la squadra della scuola, poi i Gloucester Dragons, poi gli Ottawa Gloucester Hornets, infine gli Ottawa Internationals: queste le sue squadre dal 2011 al 2018.

Il calcio canadese gli andava stretto. Appena raggiunta la maggiore età, decise di partire per l’Europa a caccia di un ingaggio. Primo tentativo con il Red Bull Salisburgo: fallito. Secondo tentativo con lo Stoccarda: fallito. Allora decise di spostarsi in Belgio per provare con il Gent. Lo misero ad allenarsi con la squadra Primavera. Il primo allenamento mattutino fu un disastro. All’ora di pranzo, Jonathan stava persino pensando di lasciare tutto e tornare a casa, ma gli dissero che c’era una seduta anche al pomeriggio. Decise che era la sua ultima possibilità. Quel giorno diede il meglio di sé e mentre usciva dal campo stremato l’allenatore gli passò accanto dicendogli: “Tu hai davvero qualcosa di speciale”. Preso. 

Il 4 agosto del 2018, ecco l’esordio nella Jupiter League contro lo Zulle Waregem: gol al 95’ e pareggio per 1-1. La stessa settimana, debutto e gol in Europa League contro lo Jagiellonia. Quasi mai titolare ma sempre utilissimo quando veniva impiegato a partita in corso, David chiuse quella prima stagione con 43 presenze, 13 gol e un prolungamento (con adeguamento) di contratto fino al 2023. Ma se un anno e mezzo prima era il Canada a stargli stretto, ben presto la stessa sensazione iniziò a trasferirgli il campionato belga. Il titolo di capocannoniere nella stagione 2019-20 (18 gol in 27 partite) gli valse il trasferimento ai francesi del Lille per 30 milioni di euro.

In Francia ha vinto il campionato al primo tentativo con un sostanzioso contributo di gol (13), ma le sue caratteristiche sono state esaltate alla perfezione dalla Champions League, manifestazione alla quale ha partecipato una sola volta, nella stagione 2021-22, con un impatto pesantissimo. Dopo tre partite senza segnare, ecco il primo gol europeo in trasferta contro il Siviglia: 2-1 e 3 punti in cascina. Nella partita successiva, altro gol decisivo, questa volta in casa: 1-0 contro il Salisburgo. Poi ancora un gol nel 3-1 in trasferta contro il Wolfsburg, con il Lille qualificato per gli ottavi e poi eliminato dal Chelsea.

Non ha avuto esitazioni quando ha dovuto scegliere la Nazionale in cui giocare: Canada, il Paese che l’ha visto crescere. Il commissario tecnico John Herdman, che lo seguiva già nell’Under 23, lo ha fatto esordire contro le Isole Vergini il 9 settembre del 2018, poco più che diciottenne: doppietta nella vittoria canadese per 8-0. Oggi, a soli 23 anni, Jonathan ha già totalizzato 40 presenze e 24 reti nella Nazionale canadese di cui è la stella insieme all’amico Alphonso Davies. Ma anche tutto questo forse comincia ad andargli stretto. Nel suo palmarès al momento ci sono un titolo francese, una Supercoppa di Francia e qualche premio da capocannoniere. Troppo poco per un ragazzo che arriva da lontano e vuole arrivare lontanissimo.

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