Un portavoce del colosso finanziario statunitense aveva confermato l'impegno finanziario nel nuovo progetto
"Abbiamo chiaramente valutato male come questo accordo sarebbe stato visto dalla comunità calcistica e quale impatto avrebbe avuto sul suo futuro". Dopo qualche giorno dal tracollo, anche la JP Morgan fa marcia indietro nei confronti nel progetto Super League. "Trarremo insegnamento da questo", prosegue la nota del colosso finanziario statunitense riportata dal NY Times. JP Morgan era uscita allo scoperto confermando di rivestire un ruolo centrale nella nascita della nuova Super League, con un "sostegno infrastrutturale" da 3,25 miliardi di euro diviso tra le società come un "bonus di benvenuto" nel momento dell'adesione alla competizione pari a circa 200-300 milioni per ognuno. Secondo il Financial Times, si sarebbe trattato di un prestito a lungo termine (23 anni) con tasso del 2-3%.
Nel frattempo la Standard Ethics, agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità con sede a Londra, aveva declassato il corporate rating di JPMorgan a “E+” dal precedente “EE-”.
DER SPIEGEL: I CLUB AVREBBERO DOVUTO RESTITUIRE 6 MILIARDI A JP MORGAN
I 12 club che hanno promosso la Super League si erano accordate, in cambio di un'iniezione iniziale di 3,5 miliardi di euro, di restituire quasi 6 miliardi in 23 anni alla banca d'affari JPMorgan. Lo scrive oggi il settimanale tedesco 'Der Spiegel, che ha avuto accesso ad una serie di documenti riservati. Questi erano i termini concordati dai 12 club fondatori - tra cui Juventus, Milan e Inter - nel contratto quadro di 167 pagine della Super League. A seguito del contributo iniziale di JPMorgan, i club avrebbero accettato di pagare alla banca un totale di 264 milioni di euro, compresi gli interessi, ogni anno per un periodo totale di 23 anni.