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Juve e l'effetto Nico. Veltroni... talent scout

di Matteo Dotto
23 Dic 2024 - 07:54
 © Getty Images

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L’Atalanta (con una maglia inguardabile) batte 3-2 l’Empoli ed effettua il controsorpasso sul Napoli, vittorioso sabato a Marassi tra mille sofferenze. La Juventus esorcizza il tabù “piccole” e dopo i pareggi contro Cagliari, Parma, Lecce (fuori casa) e Venezia supera il Monza e rilancia la sua candidatura Champions. Certo non una Juve spumeggiante quella vista contro la squadra brianzola, fanalino di coda e falcidiata dalle assenze. Ma tant’è i tre punti – arrivati dopo 43 giorni di digiuno in campionato - sono una bella iniezione di fiducia.

EFFETTO NICO – Delle celebrate (alla vigilia) 5 stelle bianconere l’unico a brillare all’U-Power Stadium è stato Nico Gonzalez. Un quasi campione del mondo (saltò Qatar ’22 per infortunio) punto fermo comunque della Seleccion di Scaloni con cui ha vinto da protagonista due edizioni della Copa America, nel 2021 e la scorsa estate. Da quando sembra aver risolto i suoi guai muscolari, l’argentino sta incidendo alla grande: assist e gol (e che gol…) in Coppa Italia contro il Cagliari, zampata vincente a Monza dopo che qualche minuti prima un suo colpo di testa era stato respinto sulla linea. Finora il suo bilancio bianconero, al netto delle tante assenze, è lusinghiero: 3 gol (uno in Champions, uno in Coppa e uno in A) e 2 assist in 9 presenze per un minutaggio totale di soli 399 minuti in campo.

FIUTO – Walter Veltroni è un fine intenditore di calcio. Tifosissimo della Juventus (anche se poi per “paraculaggine” elettorale e istituzionale si ritrovò, quando era Sindaco della Capitale, a fare il tifo anche per la Roma più che per la Lazio…) ha il fiuto del vero talent scout. Marzo 2017, Veltroni si traveste da inviato speciale e va a New York a trovare Andrea Pirlo, ex stella bianconera trasferitosi da un paio d’anni negli States per chiudere la carriera nella Grande Mela con il New York City. Il Corriere dello Sport pubblica una bella intervista di due pagine cui fa seguito, il giorno dopo, un altro articolo veltroniano dal titolo “Io, Pirlo e un baby che fa il regista…” preceduto dall’occhiello “La profezia di Veltroni”. Il baby-giocatore in questione, all’epoca, aveva 15 anni, giocava nelle giovanili della Juve e bazzicava già le rappresentative azzurre. “Sono convinto – scriveva Veltroni sul Corsport del 27 marzo 2017 – che un ragazzino che gioca nella Nazionale Under 16 e nella Under 17 della Juve sia un vero, raro, talento.” E ancora… “Con Pirlo abbiamo parlato della sparizione del regista nel calcio moderno. Io credo che un cucciolo di regista stia nascendo. Si chiama Giuseppe Leone e, se qualcosa non lo rovinerà, ha tutti i numeri per fare una grande strada.” Leone adesso di anni ne ha 23 ed è alla sua prima stagione nel calcio dei (quasi) grandi. Dopo una lunga gavetta in C con la Juventus Next Gen ora è il regista della Juve Stabia rivelazione della Serie B che ieri battendo il Cesena si è issata al quarto posto in piena zona playoff. I titoli sono andati quasi tutti al marcatore dell’1-0 ai romagnoli (Romano Floriani Mussolini, bis-nipote di un romagnolo tristemente celebre che non faceva però il calciatore…), ma ci piaceva ricordare la profezia del politico-tifoso bianconero. Anche perché Leone – protagonista lo scorso anno nella promozione in B delle “Vespe” - sta davvero facendo un’ottima stagione e chissà che presto non lo si veda in Serie A. Magari proprio nella Juve. Per la gioia, anche, di Veltroni.

FLOP PEP – Siamo abituati a celebrarne i trionfi, di questi tempi ci tocca sottolinearne la crisi: di risultati e di gioco. La stagione di Pep Guardiola, la nona sulla panchina del Manchester City, si avvia infatti a diventare la peggiore della sua carriera di allenatore. Tra Premier e coppe il tecnico catalano ha già perso 9 partite su 26. Ne aveva perse 9 (ma con il doppio delle partite giocate, 52) nel suo secondo anno al Bayern Monaco quando riuscì comunque a conquistare la Bundesliga. Solo due volte era andato in doppia cifra di sconfitte, sempre alla guida dei Citizens: 10 (in 56 gare) nel 2016-17 e 12 (in 59) nel 2019-20. In quelle due stagioni il raccolto fu modesto: percorso netto e zero successi otto anni fa, Coppa di Lega (dopo la Community Shield a inizio annata) nel 2019-20. E dire che questa, di stagione, era cominciata bene con il derby con lo United vinto ai rigori in agosto, sempre per la Community Shield, la Supercoppa inglese. Ora Guardiola con il City (a -9 dal Liverpool capolista in Premier che ha pure due partite da recuperare) deve pensare solo alla Champions nella sua doppia declinazione. In Europa l’obiettivo è la qualificazione per gli ottavi: finora soltanto 8 punti in 6 partite, a -5 dalla qualificazione diretta e con un solo punto di margine sulla zona eliminazione. In Premier sono invece 4 i punti che dividono il ManCity dal quarto posto occupato attualmente dal Nottingham Forest.

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