"E' stato un onore avere CR7 con noi, ma il club viene prima di tutto. Piena fiducia in Allegri e ai calciatori. Plusvalenze? Collaboriamo e siamo sereni"
Durante l'assemblea degli azionisti della Juve, chiamata ad approvare il bilancio al 30 giugno 2021 e un aumento di capitale da 400 milioni, Andrea Agnelli ha parlato del momento complicato che sta attraversando il calcio europeo e anche il club bianconero. "Il sistema ha bisogno di un cambiamento e la Juventus ne farà parte - ha aggiunto -. Slealtà da parte di chi rifiuta riforme. Non mi voglio arrendere e non mi arrenderò, ma serve un dialogo costruttivo". "Ho fiducia nel gruppo dirigente, in Allegri e nei calciatori - ha aggiunto -. E' stato un onore avere con noi CR7, ma la Juve viene prima di tutti".
Dopo un minuto di raccoglimento in memoria di Giampiero Boniperti, scomparso il 18 giugno scorso, allo Stadium ha preso la parola Andrea Agnelli, analizzando la situazione attuale del calcio europeo. "Essere rispettosi verso gli Azionisti è un segno distintivo di questa società - ha spiegato il presidente bianconero -. Oggi approveremo il bilancio al 30 giugno 2021 e ed eleggeremo il nuovo Consiglio di Amministrazione. E’ giusto raccontarvi che cosa ha fatto la Juventus e che cosa farà".
"Innanzitutto è importante avere un quadro della situazione economica globale del calcio - ha proseguito -. Le previsioni parlavano di una crescita enorme, distaccata dalla situazione mondiale. Parallelamente, abbiamo assistito a una grande inflazione del mercato dei giocatori". "Tutto questo porta a una riflessione: si trattava di investimenti con aspettative di ritorni successivi - ha aggiunto -. In questo contesto è corretto analizzare che cosa ha fatto la Juventus in questi anni".
"Nel ciclo 2014-2018 il nostro fatturato è stato costantemente sopra i 400 milioni. Per questo motivo era arrivato il momento di investire, per pensare in grande - ha raccontato Agnelli -. Poi è arrivato il Covid, che ha colpito tutti, e il mondo si è fermato". "Nella mia gioventù, la parola 'quarantena' non esisteva - ha continuato -. Il mondo è cambiato nelle nostre abitudini, ci siamo vaccinati, perché credo che sia la cosa giusta da fare, per noi e per le persone più fragili". "Il mondo del calcio ha affrontato una situazione mai vista, con tamponi costanti, 'bolle', ed è stato un periodo irreale, che ha comportato poi una serie di crisi, soprattutto economiche - ha aggiunto Agnelli -. Uno dei principali cambiamenti nel mondo del calcio è stato il totale ridimensionamento del mercato dei trasferimenti dei calciatori". "Se torneremo alla normalità, potremo avere un consuntivo reale degli effetti del Covid al termine della stagione in corso - ha continuato il presidente ricordando che l'impatto della pandemia è costato alla Juventus 320 milioni di euro, il cui 40% peserà sul bilancio 2021/2022 -. Il piano espansivo proposto nel 2019 era credibile allora e lo è oggi, e ha le carte in regola per ripartire, grazie all’aumento di capitale che oggi sottoponiamo alla Vostra attenzione".
Poi qualche considerazione sul progetto Super League e il rapporto con le istituzioni del calcio europeo e mondiale. "Trovo incredibile che ogni tentativo di riformare l’industria del calcio venga sempre accantonato, perché gli interlocutori e gli attori sono disomogenei fra di loro - ha spiegato Agnelli -. La governance attuale non permette a nessuno di assumere una leadership". "Ho collaborato lealmente per cambiare un sistema che non tutela gli investitori e non rispetta la meritocrazia sportiva - ha aggiunto -. Basti pensare che tante squadre campioni delle loro Nazioni non partecipano alla Champions League".
Quanto invece all'addio di CR7, Agnelli ha le idee chiare. "Avere con noi Cristiano Ronaldo, il più forte giocatore al mondo, è stato un onore e un piacere. Lo ringrazio per averci fatto gioire così tanto - ha spiegato -. L'unico peccato è stato non avere il pubblico allo stadio per un anno e mezzo su tre". "Ma è la maglia della Juventus che richiede responsabilità, non i compagni di squadra o di lavoro - ha aggiunto -. La Juventus è più grande di chiunque abbia avuto l'onore di far parte del suo percorso dal 1897 ad oggi e viene prima di qualunque persona".
Infine qualche parola sulla stagione in corso e sull'avvio difficile della Juve in campionato. "I risultati della Prima Squadra maschile sono stati incredibili, ma nessuno si aspetta gratitudine e appagamento, perché siamo juventini - ha spiegato -. Penso però che sia importante avere fiducia nella dirigenza e nella guida tecnica della squadra". "Dobbiamo lavorare come un corpo unico, sapendo che la squadra e il gruppo vengono prima di tutto. Siamo tutti utili, nessuno è indispensabile", ha aggiunto. "Come diceva Oriana Fallaci, bisogna amare, lottare, soffrire e vincere - ha concluso Agnelli prima dell'approvazione del bilancio e delle nuove nomine del CdA -. E questo ci deve ispirare: dobbiamo amare la Juventus, lottare per lei, essere pronti a soffrire e avere sempre l’obiettivo di vincere".
"Fatturato sano, Juve compete per vincere"
"Siamo Juventus, competitività sportiva per noi vuol dire vincere e ambire a vincere ogni competizione alla quale partecipiamo. Il dogma della Juve non cambia, se noi guardiamo i risultati non contando il Covid il nostro livello di fatturato e' un livello di fatturato sano, ci attestiamo attorno ai 450 milioni". Queste le prime parole del presidente della Juventus Andrea Agnelli in conferenza stampa al termine dell'assemblea degli azionisti. "Quel fatturato e' sufficiente per competere a livello internazionale, si tratta di avere la capacita' di individuare le scelte migliori per competere e per vincere - ha aggiunto - Siamo la Juventus, qui conta vincere".
"Plusvalenze? Collaborazione con Consob, siamo sereni"
Poi una battuta sulla questione plusvalenze. "Le indagini sulle plusvalenze? C'e' massima collaborazione con le autorita' che stanno portando avanti queste indagini, ma anche massima serenita' da parte nostra - ha spiegato Agnelli -. Siamo rispettosi delle indagini da parte della Consob, stiamo collaborando".
"Covid tempesta perfetta, ma non è il momento più difficile"
Infine ancora qualche considerazione sull'impatto del Covid sul calcio italiano. "Il Covid ci ha colpito nel momento peggiore in cui poteva colpire, e' stata la tempesta perfetta - ha spiegato il presidente della Juve -. Non e' pero' il momento piu' difficile. Il piu' difficile e' stato nel maggio 2010, quando sono arrivato, allora c'era da costruire una cultura aziendale. Questo e' un momento entusiasmante ed emozionante per la complessita' delle sfide".