"Ho fatto una carriera bella da antipatico, però non ho mai messo una maschera. L'addio ai bianconeri una cicatrice che fa ancora male"
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Dopo aver detto addio al calcio giocato, Leonardo Bonucci si prepara a iniziare un nuovo capitolo della sua vita e in un'intervista a la Gazzetta dello Sport si è confidato a 360° riavvolgendo il nastro dei ricordi, parlando di futuro e togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe. "Ho fatto una carriera bella da antipatico, però non ho mai messo una maschera - ha raccontato l'ex centrale bianconero -. Sono sempre stato me stesso e, quando ho sbagliato, ho pagato le conseguenze". "Sogno la Champions da tecnico Juve - ha aggiunto -. Non rifarei la lite con Allegri in Juve-Palermo. Se incontrassi Max al bar lo saluterei, ma non lo chiamerei io per un caffè".
"L'addio alla Juve è una cicatrice che fa ancora male - ha proseguito Bonucci -. Mi sarebbe piaciuto un finale diverso, però forse non è ancora arrivato". "Dopo la rabbia iniziale ho riflettuto, ci siamo confrontati e rinunciare all’azione legale è stata la cosa giusta, perché per me la Juve è sempre stata tutto, da quando giocavo a pallone in camera con mio fratello - ha continuato -. L'amore resta intatto e sogno di alzare la Champiosn League da allenatore della Juve".
Poi qualche considerazione sulla BBC e su rapporto con Conte, Allegri e i compagni. "Antonio ha messo in campo la linea magica davanti al numero uno al mondo, Gigi Buffon - ha spiegato Bonucci -. Tra di noi oltre all'amicizia c’erano fiducia, conoscenza e talento. Ci completavamo, così abbiamo fatto la storia di Juve, Nazionale e calcio". "Mi piace la tattica e Conte ha cambiato il calcio, non solo la Juve, aprendo al gioco di posizione - ha proseguito -. Con Allegri per ciò che abbiamo vissuto insieme, pur nei contrasti, penso che si potesse gestire tutto diversamente, anche il non volermi più in rosa". "La lite con Max in Juve-Palermo non la rifarei, è stata una reazione istintiva che potevo gestire meglio - ha aggiunto -. Le scelte invece sono state conseguenze di situazioni vissute che mi hanno migliorato come calciatore e uomo". "In questi giorni ho avuto la riprova di essermi comportato in modo giusto nel gruppo. La parte più bella sono i messaggi privati dei compagni", ha proseguito l'ex bianconero.
Infine una battuta su Thiago Motta: "E' diretto e ha personalità: mi piace tantissimo. Ha tutte le carte in regola per adeguare la Juve al calcio moderno e per fare molto bene, ma gli va dato il tempo". "Io l'ho apprezzato in Nazionale, fu molto importante a Euro 2012: dopo il pari con la Spagna nel girone parlò per la prima volta e ci disse: 'Se continuiamo così con questo spirito andremo in finale con la Spagna'", ha concluso.