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TENTATA ESTORSIONE

Caso Pogba, il legale del fratello Mathias: "Estraneo alla vicenda"

 "La cosa che gli interessa di più è placare la situazione con Paul"

09 Set 2022 - 13:04
 © Getty Images

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La vicenda della tentata estorsione ai danni di Paul Pogba si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo che nei giorni scorsi aveva lanciato attraverso un video pubblicato sui social delle accuse shock nei confronti del centrocampista della Juventus, il fratello Mathias fa dietrofront. L'avvocato Richard Arbib, che difende il difensore che oggi milita nel Tours, ha diramato un comunicato in cui ribadisce l'estraneità di Mathias dalla vicenda legata all'estorsione

"Vista l'evoluzione del caso e le sue ripercussioni sui media, Mathias Pogba desidera specificare con forza di essere totalmente estraneo a qualsiasi manovra di estorsione ai danni del fratello, Paul Pogba - si legge nel comunicato - . È chiaro che le difficoltà familiari siano risultato di minacce esterne sulle quali la Giustizia farà il suo corso. Mathias Pogba, che più d'ogni altra cosa aspira a calmare la situazione con suo fratello, da qui in avanti riserverà le sue parole solo ai giudici inquirenti preposti al fascicolo d'indagine, e se necessario".

Era il 28 agosto quanto Mathias rivelò di avere informazioni esplosive da rivelare sul fratello Paul, sulla sua agente Rafaela Pimenta e su Kylian Mbappé. Nel video in questione, Mathias usa queste parole per anticipare i suoi scoop: "Il pubblico francese, inglese, italiano e spagnolo, in altre parole il mondo intero, così come i tifosi di mio fratello, e ancor di più la Francia e la Juventus, i compagni di squadra di mio fratello e i suoi sponsor meritano di sapere certe cose. Per prendere una decisione informata se merita l'ammirazione, il rispetto e l'amore del pubblico. Se merita il suo posto nella Francia e l'onore di giocare in Coppa del Mondo. Se merita di essere un titolare alla Juventus, se è una persona affidabile, che qualsiasi giocatore merita di avere al suo fianco".

Indagini sono in corso sia in Francia che in Italia. Nel nostro paese a indagare è la Procura di Torino.

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