L'ex difensore e oggi manager bianconero lancia qualche messaggio anche ai tifosi: "Serve pazienza"
Giorgio Chellini ha da pochi mesi fatto ritorno alla Juventus, anche se per il momento sta ricoprendo un ruolo di rappresentanza, ma lontano dal campo. I tifosi bianconeri si aspettano che al più presto torni a far parte del gruppo squadra e con il suo esempio aiuti la Signora a tornare a vincere. Intanto, l'ex difensore dice la sua sul momento juventino, lanciando un suggerimento a Giuntoli e Thiago Motta ma senza entrare nel merito delle criticità attuali. ''Nel 2015 abbiamo vissuto qualcosa di simile. Partimmo malissimo e ad ottobre ci fu la sconfitta in casa del Sassuolo, dove fui anche espulso. Quello era un periodo di scarsa lucidità e in quel momento fu determinante Buffon a spingerci a tirare qualcosa di diverso. Gigi ha dei valori che ha dentro il cuore, è riuscito a toccare le corde giuste di tutti e a farci tornare sulla retta via. Poi oltre a quello c'è il lavoro quotidiano, però quello che ha riacceso l'orgoglio e che ci ha fatto risalire sono state le sue parole'', ha detto il occasione di un evento organizzato all'università Luiss di Roma.
A questa Juventus mancano leader alla Chiellini? ''Io ho sempre cercato di essere un esempio di dedizione, costanza, abnegazione e resilienza per i miei compagni, soprattutto per quelli più giovani. Ho sempre puntato ad avere il rispetto di tutti per quello che facevo, ancora prima per ciò che dicevo. In un ambiente come il nostro, dove si viaggia a duemila all'ora, è importante partire dalle basi e instaurare un ottimo rapporto umano con tutti. Ogni tanto può capitare un confronto in pubblico, soprattutto in situazioni di emergenza, ma è specialmente in privato che si risolvono i problemi. Per quanto mi riguarda, dopo aver superato i 30 anni, non è stato facile rappresentare 25 persone, di differente età, cultura e provenienza, anche se tutti con lo stesso obiettivo che poi era quello della società. Ma non è facile se pensiamo che giocano solo 11 calciatori su 25, meno della metà, e che spesso ci sono delle gerarchie da rispettare. Poi ogni anno nella rosa ne cambiavano 7-8 e spesso si ripartiva da zero. Essere il tramite tra vecchi e nuovi non era facile, cercavo il più possibile di capire le persone per estrarre da loro il meglio", ha ricordato.
Infine, fa capire che bisogna comunque dare tempo a Thiago Motta: "Serve la pazienza per i giovani calciatori come allenatori? Pazienza ed equilibrio vanno in tutte le cose. Io sono arrivato da poco, studio e conoscenza sono passaggi fondamentali, l’umiltà di ascoltare e di migliorare sono elementi essenziali".