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L'ANALISI

Con un DV7 così la Juve può pensare che la mission non sia "impossible"

I bianconeri vincono ancora grazie ai gol e alla prestazione super dell'attaccante serbo e ora sono a meno 7 dal primo posto

27 Feb 2022 - 09:47
 © Getty Images

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Nel calcio conta la qualità tecnica dei tuoi giocatori. Le partite le risolvono i campioni. Non mi interessa giocare bene, voglio vincere. I mantra di Allegri si sono incarnati nel colpaccio del mercato di gennaio e stanno portando la Juve, complice il rallentamento delle milanesi, a iniziare a far girare, in un piccolo spazietto della mente, un obiettivo che sembrava follia solo poche settimane. La vetta è lontana solo 7 punti e il cambiamento epocale ha un nome e un cognome: Dusan Vlahovic

Può un giocatore solo cambiare il senso di una stagione? Sì. La partita di Empoli assomiglia alle ultime giocate dalla Juventus. Baricentro basso, palla recuperata e ricerca immediata del suo attaccante. Il tridente, questa volta, è un po' meno "pesante" del solito, senza Dybala e con Morata inizialmente in panchina. Con Cuadrado e Kean a supportare Vlahovic, i bianconeri mettono subito in mostra il loro manifesto programmatico: palla a DV7 e qualcosa succederà. In effetti qualcosa succede se si pensa che il serbo prima mette Zakaria davanti al portiere empolese, poi si libera per il tiro e sfiora il palo. Il gol del vantaggio lo costruisce la coppia Rabiot-Kean ma il raddoppio e la rete che chiudono i giochi arrivano dalle intuizioni di Vlahovic, che prima ha la freddezza di liberarsi per il tiro in un'area affollata e poi riesce ad agganciare un assist di Morata e a beffare Vicario con un colpo sotto. 

Certo, le partite non le vincono i singoli e il collettivo è fondamentale. L'incidenza di DV7 nella Juve attuale, però, è simile a quella di Maradona nell'Argentina del 1986 o nel Napoli dell'anno successivo. Nessuno può pensare che senza di lui Allegri sarebbe arrivato così vicino alle squadre di testa, anche perché le perplessità generali non possono essere cancellate dai gol di Vlahovic. Certe amnesie difensive (vedere alla voce gol subiti a Empoli) e alcune interpretazioni del ruolo dei centrocampisti, sono in linea con quanto successo fino all'arrivo del serbo. Ma che esista una Juve avanti Dusan e dopo Dusan, è un evidentissimo dato di fatto. 

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