I numeri dicono che i bianconeri non sono pericolosi negli ultimi 35 metri: pochi tiri in porta e scarsa precisione. Si salva solo l'ultimo arrivato a Vinovo
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In casa Juve si cercano soluzioni per uscire dal momento di crisi e dare la svolta. Una svolta che dovrà certamente partire dal gioco, ma che chiama in causa anche il rendimento dei singoli. Soprattutto in attacco. Numeri alla mano, infatti, i bianconeri in questo avvio di stagione stanno mostrando grandi difficoltà a essere pericolosi negli ultimi 35 metri e ad andare a bersaglio. Con solo nove gol fatti in sette giornate, record negativo per la Juve negli ultimi 14 anni, la squadra di Allegri è l'unica insieme alla Roma a non essere ancora andata in doppia cifra tra le prime otto in classifica.
Dato che evidenzia non solo un "attacco in panne", ma anche un atteggiamento generale poco aggressivo e preciso in fase di costruzione sulla trequarti. Analizzando i numeri della Serie A relativi al "Field Tilt", il possesso palla di una squadra nell'ultimo terzo di campo, la Juve è penultima davanti soltanto al Lecce. Ma non è tutto qui. La banda di Allegri infatti è nelle retrovie anche per "tiri in porta" (16.ma con 25 tentativi davanti solo a Lecce, Verona, Monza e Spezia) e per "accuratezza dei tiri" (17.ma davanti solo a Verona, Monza e Spezia).
Dati impietosi che spiegano la crisi bianconera e in un certo senso individuano a grandi linee anche i "responsabili". Con Pogba e Chiesa indisponibili e Di Maria a mezzo servizio, la Juve fatica a inventare sulla trequarti e a rendersi pericolosa. Anche perché il rendimento di Cuadrado e di Kostic, per diversi motivi, non è certamente quello che si aspettava Allegri quando ha costruito la squadra. Un insieme di fattori che ha reso la manovra bianconera lenta, prevedibile e poco utile a esaltare le caratteristiche realizzative di Vlahovic.
Fermo a quattro centri, del resto, il bomber serbo in questo inizio di stagione non è ancora riuscito a fare la differenza. Troppo nervoso e poco preciso sottoporta, in campionato Dusan ha una media di una rete ogni 132 minuti (un solo gol su azione col Sassuolo). Peggio di Milik, che invece ha segnato un gol ogni 72' senza calciare però rigori e punizioni. Dato che evidenzia come l'ultimo arrivato a Vinovo per rinforzare la rosa sia proprio l'uomo chiave a cui la squadra si sta aggrappando in questo momento di difficoltà. L'unico a essere davvero decisivo sottoporta. In campionato, del resto, finora l'unico altro giocatore offensivo ad aver segnato è stato Di Maria. Troppo poco per far paura a qualsiasi avversario.