I bianconeri scivolano in classifica e mettono a rischio anche la zona Champions. Il tecnico è nervoso e il suo vate Galeone gli consiglia un'esperienza lontano dall'Italia
Sfumata l'euforia da lotta scudetto, scivolata via in otto, disgraziate giornate di campionato con 7 punti appena raccimolati sui 24 disponibili, quel che resta in casa Juve è un'aria di rivoluzione che il nervosismo diffuso contribuisce ad alimentare. Vlahovic in campo e Max Allegri davanti ai microfoni della stampa sono il chiaro sintomo di una tensione da fallimento, di una deriva da cui i bianconeri non riescono più a rialzarsi. E allora, con anche il posto Champions che torna in discussione (la Roma, quinta, è a 8 punti), si prende a pensare a un futuro diverso, con l'allenatore e la società che parlano meno di rinnovo e forse pensano sia arrivato il momento di dirsi addio.
Non è un caso che della questione abbia parlato, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, Giovanni Galeone, da sempre uomo molto vicino a Max Allegri e suo maestro, confidente e grande amico. E le parole dell'ex tecnico fanno quanto meno alzare le antenne. Eccole: "Ho ascoltato le rassicurazioni di Giuntoli in televisione, ma poi Max ha detto pubblicamente che la società non gli ha ancora detto nulla sul futuro. Penso che a nove giornate dalla fine del campionato Giuntoli dovrebbe confermare Allegri anche in privato, dicendogli le stesse cose. Max è legato alla Juventus e alla famiglia Agnelli e il Mondiale per Club è una manifestazione intrigante, ma...".
E ancora: "Fino a qualche tempo fa gli avrei detto di restare - continua Galeone -. Adesso invece gli direi che è arrivata l'ora di cercare un'affermazione all'estero come hanno fatto dopo tanti successi in Italia sia Capello che Ancelotti. Non vedo Max in Arabia, ma sarebbe perfetto per l'Inghilterra. La prossima sarà un'estate di grandi cambiamenti un po' in tutta Europa: lo vedrei benissimo al Liverpool al posto di Klopp o al Manchester United".
Comunque, insomma, lontano dalla Juve. Anche se lui continua a sottolineare che la squadra è in linea con gli obiettivi di inizio campionato (il raggiungimento di un posto Champions, ndr) e che sono state fatte sì prestazioni non all'altezza, ma dopo mezzo campionato quasi sorprendente. Eppure, eppure l'aria è cambiata molto, perché allo scudetto, per quanto si dica oggi, i bianconeri ci credevano davvero, e l'abbassarsi dell'asticella ha ridotto anche la concentrazione del gruppo. Un gruppo che sarà certamente ritoccato in estate e rinforzato con inserimenti importanti. Chi poi guiderà la nuova Juve lo scopriremo. Di certo a Torino sono intrigati, e non da oggi, da due tecnici: Antonio Conte, per un ritorno al passato che piacerebbe moltissimo al popolo juventino, e Thiago Motta, il nuovo che avanza.