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L'ANALISI

Juve, è tornato il "corto muso": ma la stella è il collettivo

Quinta vittoria di fila e zero gol subiti, con le reti "operaie" di Kean, Fagioli, Rabiot e McKennie. Adesso l'esame Lazio, poi il Napoli...

11 Nov 2022 - 08:54

La Juve ha recuperato cinque punti a Milan e Roma nelle ultime tre partite, sei all'Atalanta. La marcia d'autunno va a gonfie vele dopo lo shock europeo. Cinque vittorie di fila, oltretutto senza subire gol, di cui tre in trasferta per 1-0, fanno dire che sia tornata la squadra del "corto muso" targata Allegri. Una squadra non bella, non troppo brillante, ma tremendamente efficace come visto anche a Verona. E adesso la classifica mostra i bianconeri in piena zona Champions League, quando solo un mese fa sembrava già tutto perduto e non si faceva altro che parlare di dirigenza da cacciare, allenatore da esonerare e altra stagione fallimentare. Intendiamoci, il momento di crescita non deve far dimenticare le difficoltà, anche perché in questa situazione bastano un altro paio di mezzi passi falsi per ritrovarsi nella bufera.

Sta di fatto che la Juve è stata tirata fuori dal pantano non dai suoi tanti campioni, ma da una stella che risponde al nome di collettivo. Avere in rosa gente del calibro di Di Maria, Pogba, Chiesa, Vlahovic o Paredes, giusto per fare qualche nome, non è bastato e allora alla Continassa ci si è aggrappati alla forza del gruppo. Che dopo un attimo di sbandamento ha fatto quadrato attorno a un sentimento chiamato orgoglio e ha svoltato. Gli ultimo otto gol portano la firma di cinque giocatori diversi: addirittura cinque sono dei "duemila" Kean e Fagioli, autori ciascuno di una doppietta, e uno di Vlahovic. Segno che c'è tanto futuro anche in questa squadra. Alle loro si aggiungono le reti di Rabiot (2) e McKennie, che non possono certo considerarsi fenomeni, ma tuttalpiù classe operaia di alto livello.

Gente che schierata nel 3-5-2 di "contiana" memoria riesce a dare il meglio anche se il livello medio delle prestazioni individuali non è certo altissimo. Si naviga attorno alla sufficienza o poco più, nonostante qualcuno abbia il fiato corto come Cuadrado o Milik e in tanti siano alle prese con stop più o meno lunghi, che non consentono loro di rendere come dovrebbero e vorrebbero. La differenza rispetto a qualche settimana fa è che ora si gioca l'uno per l'altro, provando a sopperire alle mancanze dei singoli.

Adesso, però, arriva l'esame forse più difficile prima della sosta per i Mondiali. Quello con la Lazio di Sarri. Una squadra che sulla carta potrebbe fare molto male alla Signora, visto che fa del gioco e della coralità la sua arma migliore. In palio c'è il terzo posto, ma soprattutto la risposta a una domanda: dove può arrivare questa Juve? Il Napoli è troppo lontano e "ingiocabile" per poter solo pronunciare la parola scudetto, ma il 13 gennaio, giorno della sfida del "Maradona" contro gli azzurri, si potrebbero avere le idee più chiare sul ruolo che la Juve rivestirà in questo campionato.

Juve, con l'Hellas la 5a vittoria di fila

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