Il governo ha respinto il piano di sicurezza già studiato per la gara contro la Sampdoria
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Oltre al mercato, in casa Juve tiene banco anche la "grana" Stadium. Numeri alla mano, infatti, i bianconeri perdono complessivamente dai 2 ai 4 milioni a partita da quando l'emergenza coronavirus ha imposto le gare a porte chiuse. Una situazione complicata da gestire sul piano economico, che incide in maniera importante sui ricavi societari e che il club ha cercato di risolvere proponendo al governo un piano di sicurezza per riaprire lo Stadium già contro la Samp. Progetto appoggiato dalla Regione Piemonte, ma che l'esecutivo ha però respinto al mittente.
A pochi giorni dalla ripresa del campionato, dunque, la questione stadi torna a essere un tema cruciale per i club di Serie A. Non solo per la Juve, che aveva già pronto un piano con 8mila-16mila spettatori, arrivi scaglionati, controllo della temperatura, distanze, vigilanza continua tramite steward. Oltre ai bianconeri ci sono infatti anche altre società interessate alla riapertura gli impianti al pubblico.
Un pressing motivato da una parte dalla voglia di riportare i tifosi sugli spalti e dall'altra da una necessità esclusivamente economica. Tra abbonamenti, biglietteria e servizi aggiuntivi, in casa Juve ad esempio gli introiti dello Stadium incidono circa per il 15% sui ricavi operativi. Un "bottino" preziosissimo per continuare a far quadrare i conti, ma che in questo momento resta "congelato" in attesa del via libera del governo.