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L'ANALISI

Juve: ritmi bassi, difesa horror e davanti Conceicao non basta

Danilo e Gatti in difficoltà, tra le linee si va al trotto e in attacco Vlahovic non sfonda

di Stefano Ronchi
31 Ott 2024 - 07:00
 © Getty Images

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Dopo il folle derby d'Italia segnato dalle giocate di Yildiz, ma anche da una certa anarchia tattica e da clamorosi errori, la Juve incassa un altro pareggio. Questa volta però il punto conquistato col Parma è certamente più amaro rispetto a quello acciuffato in rimonta con i nerazzurri. Un po' per la contemporanea vittoria di Napoli, Inter e Atalanta, un po' per come è maturato il risultato contro gli uomini di Pecchia. Al netto dei lampi di McKennie e Weah che hanno consentito alla Juve di evitare la sconfitta, infatti, contro il Parma i bianconeri hanno faticato parecchio durante la gara. Faticato a difendere, faticato a trovare le giuste distanze tra i reparti e faticato a manovrare con ritmo, precisione e qualità.

Problemi che allo Stadium hanno segnato la prestazione bianconera, confermando da una parte il calo fisico, tecnico e tattico delle ultime uscite e dall'altra anche le difficoltà a proteggere la porta di Di Gregorio. Contro Bernabé e compagni, del resto, oltre ai ritmi bassi del gioco bianconero a colpire è stata ancora una volta la fragilità della fase difensiva. Un'inversione di tendenza preoccupante dopo un avvio di campionato con numeri importanti alla voce gol subiti e che ora necessità di soluzioni. Non solo in relazione ai singoli interpreti del ruolo, ma anche ai meccanismi di tutta la squadra in fase di non possesso. Oltre a un Danilo in grande difficoltà e a un Gatti irriconoscibile nei duelli, infatti, anche contro il Parma l'impressione è che l'intero gruppo abbia steccato quando c'era da chiudere gli spazi, aggredire i portatori, arrivare prima sulle seconde palle e fare una corsa in più per aiutare il compagno o raddoppiare.

Segnali che Motta non può ignorare. Come non può ignorare il calo di rendimento di Vlahovic e la necessità di un piano B in attacco. Piano B che deve necessariamente passare per le idee di Koopmeiners sulla trequarti e per i piedi di Yildiz, ancora accantonato in avvio col Parma dopo aver salvato la baracca con l'Inter con una grande doppietta. Senza guizzi e lampi nell'uno contro uno sugli esterni e senza le giocate tra le linee, del resto, questa Juve è troppo prevedibile in costruzione e a ritmi bassi da solo Vlahovic non può fare miracoli. Certo, qualcosa in più il serbo potrebbe fare da un punto di vista della pulizia tecnica, ma la squadra non gli sta rendendo la vita semplice servendolo quasi sempre spalle alla porta e con l'uomo addosso.

Infine capitolo Conceicao e Weah. Il primo anche contro il Parma ha dimostrato di essere l'uomo giusto per spaccare le partite. Uno stantuffo inesauribile che punta l'uomo dall'inizio alla fine e dà sempre l'impressione di poter creare qualcosa di pericoloso. Il secondo invece contro gli uomini di Pecchia ha alternato errori e buone cose dando la sensazione di non essere ancora sempre concentrato nella gestione di entrambe le fasi. Al netto del gol del 2-2 e di qualche buona giocata, infatti, l'americano ha anche sbagliato in marcatura su Delprato e faticato a gestire gli inserimenti di Hainaut. Dettagli che soprattutto nel primo tempo hanno messo in difficoltà i bianconeri e che necessitano di maggior applicazione. La stessa che tutta la squadra dovrebbe metterci quando c'è da riconquistare palla aggredendo in avanti. Come vorrebbe Thiago Motta e come ormai da qualche partita la Juve non prova nemmeno più a fare. 

Juve-Parma: il film della gara

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