Per le stagione 19/20 e 20/21 la società avrebbe stretto accordi privati con i giocatori, ma senza farli risultare a bilancio
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Tra carte private e giocatori ascoltati in Procura a Torino, l'inchiesta con l'accusa di falso in bilancio contro la Juventus prosegue. Nel mirino ci sono presunti accordi scritti privatamente tra la società bianconera e i tesserati per la restituzione degli stipendi dopo le mensilità tagliate con un risparmio a bilancio di 90 milioni di euro. Di questi, per la Procura di Torino 67 milioni sarebbero stati restituiti successivamente portando alla generazione del falso in bilancio.
Le scritture private che gli inquirenti stanno cercando attraverso varie perquisizioni sarebbero state fatte sparire una volta scaduti i termini di garanzia e anche per questo sono stati convocati i calciatori come persone informate sui fatti, anche per eventualmente capire i singoli tagli e le modalità di restituzione dello stipendio.
Dal punto di vista sportivo la Juventus rischia qualcosa qualora queste violazioni fossero accertate, soprattutto dal punto di vista delle scritture private. L’articolo 31 comma 3 del Codice stesso prevede che "la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica" e al comma 8 si legge che i giocatori che ricevono i compensi di cui sopra "sono soggetti alla sanzione della squalifica di durata non inferiore a un mese".