Il difensore bianconero tra presente, passato e futuro: "Quando arrivò Conte ero lì per firmare con i russi"
Leonardo Bonucci, che questa stagione può tagliare il traguardo delle 400 presenze con la maglia della Juventus e che con il gol segnato al Genoa è diventato l’unico difensore a segno almeno una volta in tutti gli ultimi 7 campionati di Serie A (“È un bel dato, mi auguro di poter continuare”) ha rilasciato un’intervista a La Stampa alla vigilia del derby scol Torino in cui ha parlato a ruota libera di presente, passato e futuro.
Si parte dall'esperienza al Milan: “Mi ha migliorato: sono più riflessivo e ho corretto alcuni difetti. Ringrazio il Milan, ma la Juve è casa mia: so di essere al posto giusto. Sto bene, ho voglia di migliorarmi e ho 5-6 anni per vincere più trofei possibili”. Ovviamente con indosso la maglia bianconera, con cui Bonucci ha raggiunto il numero di presenze di Tardelli: “È orgoglio e un'emozione. L’anno al Milan mi ha pregiudicato posizioni in quella classifica, ma spero di scalarla ancora per anni. Nel 1996 avevo la maglia della Juve come regalo della cresima, immaginate che cosa vuol dire essere parte di questa gloriosa società…”.
Eppure qualche anno fa Bonucci fu vicinissimo a laciarla questa società, come ha ammesso lui stesso svelando un retroscena di mercato: "Quando arrivò Conte ero il quinto difensore per lui. C’era la proposta dei russi (lo Zenit San pietroburgo, ndr) ed ero lì per firmare, però sentivo dentro di me che qualcosa non tornava: sarebbe stata una sconfitta andare via così. L’ho convinto con il lavoro e quando passammo a tre, non sono più uscito dal campo".
A proposito di allenatori, in estate a Torino c'è stata una vera e propria rivoluzione, con l'arrivo di Sarri e l'addio di Allegri dopo cinque scudetti in fila: "Sarri? Non ci ho creduto finché non l’ho visto arrivare. Sapevamo che con lui cambiavamo modo di interpretare le partite: lo stiamo facendo, ma è ancora tutto da scrivere e vogliamo che l’annata diventi storica. L’obiettivo è vincere, facendolo con il bel gioco. Se poi serve una partita sporca, si fa". Per rendere l'annata storica l'obiettivo è chiarissimo, la Champions League: "C’è una consapevolezza diversa: vogliamo scendere in campo ed essere padroni della partita. Negli anni passati facevamo fatica ad imporci in Champions, mentre ora c’è più sicurezza. Ci sentiamo forti, ma non dobbiamo cadere nella presunzione".
"Le differenze tra Sarri e Allegri? Ognuno ha i propri modi di arrivare al massimo: Allegri l’ha fatto con 5 scudetti di fila e due finali di Champions, nulla si può dire. Ora c’è un altro modo di concepire il calcio e ci stiamo divertendo tanto con le idee di Sarri. Ci danno molto a livello di sicurezza e consapevolezza: ci auguriamo di vincere altrettanto" ha detto Bonucci, che poi ha aggiunto: "Un grande cambiamento, per noi difensori innanzitutto: dalla marcatura a uomo ad una a zona in qualsiasi parte del campo".
Ed è proprio questo forse il motivo delle difficoltà iniziali di De Ligt con la Juve: "Gli ho detto di stare sereno: ci siamo passati tutti in questi momenti, io anche l’anno scorso quando sono tornato... Lui è il difensore del futuro: deve entrare nei meccanismi e non è facile, perché fin da ragazzino è stato abituato a giocare uomo contro uomo".