Il difensore: "In Italia c'è un buco di dieci anni tra i difensori di livello internazionale. In campo devo sempre trovare un nemico"
Giorgio Chiellini parla a Wojciech Szczesny in una trasmissione televisiva in Polonia e spiega: "Penso sempre a come aiutare il portiere con la mia posizione, è impossibile bloccare ogni tiro degli avversari". Poi l'italiano spiega la critica al guardiolismo: "Da 5-10 anni in Italia non abbiamo difensori di livello internazionale, non è normale. Il calcio è cambiato ma dobbiamo mantenere le nostre caratteristiche".
Chiellini approfondisce: "Penso sia importante mantenere qualcosa della nostra identità. Prima c'erano Gentile, Scirea, Bergomi, Baresi, Maldini, Costacurta, Cannavaro, Nesta, Materazzi e la mia generazione, con Barzagli e Bonucci. Poi quasi dieci anni di niente: ci sono Romagnoli, Rugani, Caldara che però sono nati nel '94-'95".
"In campo mi trasformo, è naturale. E ora sono anche più calmo di quando era giovane - le parole del difensore -. Devo trovare un nemico ad ogni partita, per un difensore la sfida contro l'attaccante è fondamentale. In serie A ce ne sono molti: Higuain, Icardi, Dzeko...". Su Buffon: "In Nazionale urlava peggio che alla Juventus, era sempre più teso. Ma è utile avere alle spalle uno che ci aiuta non soltanto con le parate ma pure a parole".
Infine, sulla BBC: "Siamo complementari, quando giocavamo nella difesa a tre eravamo vicini alla perfezione. Non avevo bisogno di vedere Leo o Andrea, sapevo tutto di loro, le loro migliori qualità e i loro punti deboli. Mourinho ha detto che possiamo insegnare ad Harvard? Sì, mi piacerebbe andarci, ma per un master in economia, non per tenere una lezione di difesa... (ride, ndr)".