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Dichiarazioni soft, rotazione dei giocatori, rivalutazione dei "partenti": così i bianconeri cambiano pelle
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Paulo Dybala è, giustamente, l'uomo copertina della serata contro la Lokomotiv Mosca ma, un po' più dietro le quinte, c'è un altro uomo che si sta prendendo la scena della Juventus: non segna come la Joya, non urla (quasi) più, ribalta vecchie credenze e magari se la ride dietro gli occhiali. I bianconeri primi in campionato e in Champions League certificano il lavoro di Maurizio Sarri, i risultati sono incontestabili ma quando arrivano endorsement come quello di Cristiano Ronaldo alla vigilia, significa che il gruppo è il primo a credere nell'allenatore.
(Ri)partiamo da Dybala perché è anche da questo che si notano certi dettagli. L'argentino poteva, doveva?, partire ma è rimasto, esattamente come i vari Higuain, Khedira e Mandzukic. Fatto salvo per il croato, Sarri è riuscito ad integrare tatticamente e mentalmente anche chi aveva già il foglio di via, una capacità di usare tutta la rosa che non gli era riuscita con Napoli e Chelsea. In Champions per esempio ecco Bentancur, contro il Brescia potrebbe riposare Ronaldo, tutti sulla corda in modo che se il portoghese, come ieri, si prende una pausa, dietro ci sono compagni pronti a mordere pur di risolvere situazioni scomode in campo.
"Bravi a non perdere la testa" ha detto Sarri dopo il 2-1 in rimonta. Fino al 76' erano zero i punti in cascina ma dalla panchina è arrivata l'assist giusto, i tre tenori dell'HDR in campo insieme: Higuain, Dybala, Ronaldo, senza paura. Salvo poi, a risultato acquisito, ritrovare equilibrio grazie a Bernardeschi. Il tabellino dei famosi 28 tiri verso la porta non soddisfa ancora Sarri, che aveva chiesto più concretezza e la chiederà di nuovo a partire dalla prossima partita.
Senza urlare, non perdendo la testa ma facendo girare la palla. Perché il Sarri bianconero regala molti più concetti da titolo sul campo che in conferenza o nelle interviste. Anche questa, a suo modo, è una novità.