La squadra di Motta fatica a dare continuità ai risultati, davanti sembra sempre mancare qualcosa
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La Juventus torna da Lille con diverse conferme, ma anche qualche incertezza che fatica a scrollarsi di dosso. La squadra gira e su questo ci sono pochi dubbi: la serataccia con lo Stoccarda è stata archiviata con una gara di spessore, nella quale i bianconeri hanno saputo imporre il proprio gioco per lunghi tratti di partita e creare tante potenziali occasioni. È però proprio sull'aggettivo, "potenziali", che Motta dovrà necessariamente lavorare. La Juve sa gestire il possesso palla, sa pressare bene e recuperarla alta, ma troppe volte le manca lo spunto per presentarsi con pericolosità in area di rigore. Le iniziative personali di Yildiz e Conceiçao sono armi fondamentali, ma al momento sembrano essere le uniche soluzioni per fare davvero male e alla lunga rischiano di essere un po' limitanti.
Vlahovic sta segnando, ma non vi è dubbio che nei suoi piedi vi siano molte più reti. Koopmeiners al momento continua a litigare con il gol e questo limita parecchio il suo apporto alla fase offensiva, devastante ai tempi dell'Atalanta. Dei centrocampisti McKennie è stato il solo, fin qui, a dare il proprio contributo in termini realizzativi, troppo poco per una squadra che produce una tale mole di gioco.
La fase difensiva continua a concedersi qualche pausa, è vero, ma la sensazione è che al momento sia un prezzo da pagare vista l'attitudine offensiva del gruppo e considerando anche la pesantissima assenza di una colonna come Bremer.
Insomma questo avvio di stagione è stato un po' una montagna russa per la Juventus: le classifiche di campionato e Champions League restano sicuramente positive, ma se Motta vuole trovare continuità di risultati servirà necessariamente ricercare una maggior concretezza. Capacità di concludere a rete, cinismo e opportunismo sono tutte caratteristiche fondamentali per diventare davvero grandi.