Il centrocampista azzurro in una lunga intervista: "Thiago Motta mi ha colpito molto. Sono felice, tocco più palloni"
"Sicuramente la prima impressione che ti dà è la personalità fortissima. E in un club come questo è utile. Mi ha colpito molto, devo essere sincero. E’ un maniacale nel lavoro". Manuel Locatelli promuove a pieni voti l'arrivo in bianconero di Thiago Motta e nel corso di un'intervista a Tuttosport lancia la sfida all'Inter in chiave tricolore: "Scudetto? La Juve non si nasconde - ha detto il centrocampista azzurro - Io credo che l’Inter resti la favorita, è la più completa. Ma ci sono tante squadre buone, come il Milan che ha fatto un gran derby, il Napoli e noi siamo una grande squadra, non ci dobbiamo nascondere. Ma facciamo un passo alla volta".
L'INTERVISTA
Un milanese che tifa Juve? "Io non sono milanese, sono di Lecco. Che è a 40 km da Milano e fa provincia. E poi tutta la mia famiglia è juventina".
Siamo al quarto anno alla Juventus. In cosa si sente cambiato e migliorato? "Sono maturato tantissimo, come persona e giocatore. In questi tre anni dovevo essere più continuo. Io mi metto sempre in discussione per primo per cui ho un altro anno per migliorarmi. Sono qui tutti i giorni per questo".
Quanto e come è mutato il suo compito rispetto all’anno scorso? "In questo momento abbiamo più possesso, lo dicono i dati, per cui tocco più palloni. E’ un modo di giocare diverso di cui sono felice".
Pochi gol segnati: "Con il Napoli abbiamo fatto meglio che con la Roma. La squadra di Conte si è chiusa. Poi ne abbiamo parlato: avremmo dovuto cercare di essere più verticali ed entrare più nell’area avversaria. Ma è normale, abbiamo appena iniziato un nuovo percorso".
Dei nuovi arrivati chi l’ha impressionato di più? "Sono tutti forti, per cui non posso dire che uno emerge rispetto agli altri. Però c’è un aspetto che voglio sottolineare: tutti i nuovi mi hanno impressionato perché sono davvero dei bravi ragazzi. Da loro lo spirito di voler essere migliori".
Le capita di ripensare all’Arsenal che la voleva quando poi ha scelto la Juve? "No, però visto che amo vedere le partite guardo anche le loro e stimo il loro tecnico, Arteta".
Gol personali? "Sì, è un aspetto in cui devo migliorare ma gioco in una posizione che non richiede soprattutto cercare il gol. Mi piacerebbe essere più decisivo, ma se serve che mantenga l’equilibrio della squadra affinché segni qualcun altro va bene uguale".
Brocchi, Montella, De Zerbi, Mihajlovic, Allegri. Chi è il più particolare e perché?
"Il più particolare sicuramente De Zerbi perché è il più matto, lo sa anche lui. Ma è anche la sua dote questa pazzia, lo aiuta a ottenere grandi risultati. Anche Allegri è un grande allenatore".
Nazionale? "Non bisogna chiederlo a me. Dopo la delusione dell’Europeo mi sono focalizzato ancora di più, anche per centrare questo obiettivo della Nazionale".
Sabato c’è il Genoa: "Bello giocare a Marassi, l’obiettivo è vincere e voglio mandare un abbraccio a Malinovskyi per quello che gli è successo".