Media retrocessione per i bianconeri con sette punti in 9 gare. E le inseguitrici ora possono ultriormente avvicinarsi
"Sfumato l’obiettivo scudetto la squadra ha perso un po' di energie, ma questa non può essere la scusa per il momento che stiamo vivendo, che è al limite dell'imbarazzante: abbiamo vinto una partita in due mesi, non è una cosa da Juve". Ancora una volta Szczesny non usa mezze parole: ammette che a un certo punto la squadra ci credeva davvero nella possibilità di vincere il titolo e fa un'analisi 'spietata' della sconfitta contro la Lazio all'Olimpico. Dal sogno scudetto con il sorpasso all'Inter in testa alla classifica dopo il tris al Lecce, al rischio di uscire dalla zona Champions. Per la Juve il mondo si è capovolto in nove giornate.
Sette punti in nove partite, con una vittoria (sul Frosinone) e quattro sconfitte, è la fotografia della crisi della Juventus, che nell'ultimo periodo ha una media retrocessione: soltanto Salernitana (due), Frosinone (tre) e Sassuolo (quattro) hanno ottenuto meno punti dei bianconeri. Per trovare una striscia di risultati così negativa bisogna andare alla stagione 1998/99, quando in panchina c’era Marcello Lippi, che dopo la sconfitta contro il Parma si dimise. Max Allegri dal canto suo non fa drammi e si dice fiducioso sull'obiettivo da conquistare in campionato, ma che ora è a rischio. Dietro alla Juve infatti c'è il Bologna a 5 punti, che potrebbero diventare 2 in caso di successo della squadra di Thiago Motta contro la Salernitana. La Roma è lontana otto lunghezze, che potrebbero ridursi a cinque con la vittoria dei giallorossi nella trasferta di Lecce, mentre l'Atalanta è a nove punti ma ha ancora una partita da recuperare contro la Fiorentina, rinviata per il malore che aveva colpito Il dg Joe Barone, scomparso poi qualche giorno dopo.
Allegri cambia a sorpresa l'assetto della Juve, che scende in campo con il 4-3-3 e un De Sciglio al rientro dopo undici mesi. La scelta non paga, tanto che dopo un tempo il tecnico bianconero torna sui suoi passi e al 3-5-2. Due tiri nello specchio, di Chiesa e Cambiaso, sono la fotografia preoccupante di una squadra timorosa in attacco e troppo attendista. E il calendario non aiuta con il doppio confronto nelle semifinali di Coppa Italia contro la Lazio e gli scontri diretti in campionato contro Milan, Roma e Bologna. "Non siamo diventati brocchi all'improvviso", ha detto Allegri a fine partita. Tra due giorni la possibilità di rifarsi subito, ma serve decisamente un cambio di passo.