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Juventus, caso plusvalenze: chiesto il rinvio a giudizio per Agnelli e gli altri ex dirigenti

La decisione della procura di Roma, titolare dell'indagine Prisma dopo lo spostamento da Torino

17 Lug 2024 - 21:17
 © Getty Images

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Si profila il processo per Andrea Agnelli e gli altri ex dirigenti della Juventus per il caso plusvalenze. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex numero uno del club e per gli altri soggetti coinvolti, tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. Nei confronti degli indagati le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.

Il procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto Lorenzo Del Giudice, era arrivato all'attenzione dei magistrati capitolini dopo la decisione della Cassazione, che a settembre 2023 aveva dichiarato l'incompetenza territoriale della Procura di Torino.

La procura di Roma, inoltre, ha stralciato dal filone principale del procedimento sui conti della Juventus la posizione di quattro indagati. Si tratta di Francesco Roncaglio (ex componente del Cda), Enrico Vellano (ex componente del Cda), Stefania Boschetti (revisore legale Ernst & Young) e Roberto Grossi (revisore legale Ernst & Young). Di solito lo stralcio e' il preludio a una richiesta di archiviazione. Per un quinto indagato, l'ex direttore sportivo Fabio Paratici, lo stralcio è stato disposto solo per due capi di imputazione relativi all'ultimo dei bilanci presi in esame dagli inquirenti capitolini: in quel periodo non faceva più parte della società bianconera, ma era in organico al Tottenham.

GIP: RESTITUIRE A INDAGATI COPIA DEI DISPOSITIVI SEQUESTRATI
Il giudice per le indagini preliminari di Roma, Elvira Tamburelli, ha disposto la restituzione agli indagati della "copia forense integrale" dei dispositivi sequestrati agli indagati nel processo sulle plusvalenze della Juventus, conservando la "copia forense parziale" che contiene "i soli dati informatici pertinenti ai reati per cui si procede, rilevanti per l'accertamento dei fatti". Accogliendo il ricorso delle difese - che avevano presentato più volte l'istanza, sempre respinta - , il giudice evidenzia come sia passato tempo sufficiente per l'estrazione della copia forense dei dispositivi informatici sequestrati. Tutte le consulenze tecniche, infatti, sono state completate già nel maggio del 2022, come si legge nell'ordinanza. "Si è trattato indubbiamente di un'attività difficile e complessa che necessariamente si è protratta nel tempo - scrive il gip -. Ma trattasi di attività che da molto tempo si è ormai conclusa". "Non può dubitarsi - aggiunge il giudice - dell'interesse concreto e attuale degli indagati alla restituzione delle copie forensi dei dispositivi su cui sono riversati indistintamente informazioni, in elevata quantità, che non sono pertinenti ai reati per i quali si procede", come fotografie, comunicazioni ed eventi "che hanno chiara ed esclusiva attinenza alla sfera personale e privata".

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