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Juventus, la Procura di Torino: plusvalenze fittizie per 155 milioni di euro

Sono sedici gli indagati nel club bianconero per l'inchiesta sui bilanci 2018, 2019 e 2020. Respinta la richiesta di domiciliari per Agnelli

25 Ott 2022 - 10:53
 © Getty Images

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Ieri la Procura di Torino ha notificato ai 16 indagati (tra cui il club come persona giuridica, Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene) della Juventus l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per il cosiddetto caso plusvalenze. Il club bianconero, secondo i pm, avrebbe agito per alterare il bilancio degli anni 2018, 2019 e 2020 attraverso due meccanismi: il primo porta allo scambio di giocatori con "valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento", il secondo alla 'manovra stipendi'. Le indagini erano partite nell'estate del 2021 con le prime perqusizioni sul finire dell'anno scorso, i reati contestati sono il falso nelle comunicazioni sociali e le false comunicazioni rivolte al mercato essendo la Juve quotata in Borsa.

PLUSVALENZE - La prima accusa riporta al discorso delle "plusvalenze fittizie" stimate per 155 milioni di euro: la Juve avrebbe sopravvalutato alcuni calciatori impiegati in scambi alla pari con altre società al fine di ritoccare i conti in rosso sostanzialmente registrando una perdita minore di esercizio generando ripercussioni inferiori in Borsa. Nel documento sono ipotizzate, fra l'altro, violazioni dei principi di contabilità internazionale relative alla esposizione nel conto economico degli importi derivanti dalle cessioni dei calciatori (non indagati) Emre Can al Borussia Dortmund (14 milioni) e Simone Muratore all'Atalanta (3,8 milioni). Da questo punto di vista, però, tutte le inchieste sinora gravitate attorno al concetto di "plusvalenza fittizia" non hanno portato a nulla poiché non c'è un algoritmo per stabilire con certezza il valore di un calciatore. 

STIPENDI - Diversa la questione della "manovra stipendi" che coinvolge il 2020 e il 2021. Erano gli anni in cui la questione Covid aveva portato diversi club a stabilire accordi interni con i calciatori per la riduzione e/o il rinvio di alcune mensilità degli stipendi. I pm contestano alla Juve di aver comunicato ufficialmente che i tesserati avevano rinunciato a quattro mensilità per un risparmio di circa 90 milioni di euro nella stagione 2019/20 mentre invece, sostiene l'accusa, la rinuncia sarebbe stata di una sola mensilità e i restanti tre mesi sarebbero stati pagati più avanti "nelle stagioni successive". Per i pm, dunque, il risparmio reale sarebbe stato di 22 milioni di euro.

AGNELLI E CR7 - La procura torinese aveva chiesto gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli ma la richiesta è stata rigettata dal Gip, che ha valutato non sussistere il pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Tra i calciatori interrogati dai pm non c'è Cristiano Ronaldo per cui era stata fatta richiesta di rogatoria internazionale, vista il suo attuale domicilio in Inghilterra, ma il portoghese attraverso i suoi avvocati ha fatto sapere che non si sarebbe presentato.

LATO SPORTIVO - Al momento il club non commenta e anche la Procura Federale resta attenta: se emergessero nuove prove, magari attraverso le intercettazioni, si potrebbe riaprire il fascicolo.

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