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Juventus, rosa extra-large e musi lunghi: prime spine per Sarri

A centrocampo ci sono sette giocatori per tre maglie, in attacco sei

05 Set 2019 - 11:16

In campo la Juve viaggia spedita, ma per Sarri non si può dire altrettanto in questo avvio di stagione. Prima ci ha pensato la polmonite a tenere il tecnico lontano dalla panchina, ora tocca agli esuberi turbare le notti del Comandante. Già, perché lo sfogo di Emre Can (poi rientrato) per l'esclusione dalla Champions è solo la punta dell'icerberg alla Continassa. Paratici ha consegnato al tecnico bianconero una rosa extra-large zeppa di campioni in ogni reparto. Gente abituata a giocare tanto e che mal sopporta la panchina.

Un problema nuovo per Sarri, che, oltre ad occuparsi delle questioni tattiche e tecniche, a Torino dovrà prestare molta attenzione anche alla gestione dello spogliatoio e del turnover. Un compito delicato, con tante insidie nascoste. Certo, gli impegni di Campionato, Champions e Coppa Italia aiuteranno il Comandante ad accontentare un po' tutti, ma comunque la questione resta viva. Soprattutto perché i nomi in ballo sono di primissimo piano e il tecnico bianconero dovrà essere bravo a gestire gli equilibri. Detto di Emre Can, l'altro grande scontento del momento è Mandzukic, tagliato anche lui dalla lista Champions e ancora fermo a zero minuti giocati. Ma la lista dei musi lunghi presto potrebbe allungarsi.

Numeri alla mano, alla Continassa i reparti più affollati sono quelli di centrocampo e attacco. In mediana ci sono sette giocatori per tre maglie. Al momento i titolari sono Khedira, Pjanic e Matuidi, ma Ramsey, Rabiot, Bentancur ed Emre Can mordono il freno e chidono spazio. Discorso simile in attacco, dove Dybala, Mandzukic e Bernardeschi incalzano Ronaldo, Higuain e Douglas Costa. Un'abbondanza da top club, che da una parte rappresenta una risorsa importante in vista dei tanti impegni e dall'altra un possibile rischio in grado di incrinare i rapporti tra tecnico e giocatori e tra gli stessi compagni di squadra. Alla Continassa Sarri non dovrà solo allenare calciatori, dettare schemi e cambiare filosofia di gioco alla squadra, ma gestire campioni. E per il Comandante questa potrebbe essere la sfida più grande.

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