L'attaccante bianconero ha parlato del momento particolare della sua squadra e dei suoi obiettivi a breve e lungo termine
In un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport l'attaccante della Juventus Moise Kean è partito parlando della profezia di Paratici che sosteneva che sarebbe diventato uno dei più forti in assoluto: "Sono ancora in tempo, non sono uno che guarda troppo avanti. Gente come Salah e Mané ha impiegato un po' di anni prima di esplodere. Mané ha trentun anni, Salah è diventato Salah a venticinque. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni qui a Torino, a Parigi, Liverpool e i campioni aiutano a crescere. Cristiano ad esempio".
A proposito di Ronaldo, ha aggiunto: "Ha lavorato per diventare il numero uno, non si è fatto bastare il talento. 'Facciamo una partitella, divertiamoci un po'', diceva. Poi se non davi tutto e sputavi sangue ti riprendeva. Per lui anche il divertimento era un lavoro". Un altro uomo di calcio che l'ha aiutato a crescere è stato il suo attuale allenatore Max Allegri: "Mi ha sempre trattato da uomo, anche quando ero in Primavera. E' stato anche duro, duro nel senso buono. Da allora molte cose sono cambiate, ho individuato il percorso da seguire, mi so dando da fare. Ho uno staff che mi segue. Uno staff personale. Lavoro con loro anche quando non ho l'allenamento. Quattro persone, un nutrizionista, un preparatore atletico, specialisti che mi aiutano a migliorare non trascuro più niente. Lavoro molto sul ritmo e per evitare sprechi di energia e qualche errore del passato".
Sulla complicata stagione della Juventus ha detto: "La sola cosa che conta è restare concentrati sull'obiettivo. Così si evitano gli altri pensieri, le distrazioni. Noi non stiamo perdendo di vista il campo, ci impegniamo ogni giorno. Il nostro è un bellissimo gruppo".