Quando Allegri passa al 4-3-3 e decide di mettere in campo Locatelli, il Sassuolo viene schiacciato nella sua trequarti
Che non fosse una partita semplice era già chiaro alla vigilia. Il Sassuolo non rinuncia a giocare e la sua fase offensiva riesce a creare occasioni a getto continuo grazie all'organizzazione e alle qualità tecniche di chi sta davanti. La Juventus ha subìto e rischiato grosso in più di un'occasione, poi però è uscita alla distanza quando sono entrati Morata e Locatelli. Il tridente e un regista vero hanno dato un impulso enorme all'attacco bianconero, che ha iniziato a costruire tantissime occasioni prima dell'autogol propiziato dalla caparbietà di Vlahovic.
Sarà anche rischioso, ma il 4-3-3 con tre punte vere sembra proprio l'abito più adatto alla nuova Juve uscita dal mercato di gennaio. Senza particolari istruzioni sul piano tattico, i tre lì davanti hanno le caratteristiche giuste per integrarsi. Morata ha dimostrato di sapersi sacrificare partendo da sinistra e di avere i tempi giusti per tagliare al momento opportuno verso il centro. Vlahovic non è solo il finalizzatore spietato che risolvere le partite più intricate ma ha una capacità innata di servire al momento opportuno chi si smarca verso la porta. Dybala si muove secondo il suo estro e ha le doti tecniche per associarsi a chiunque venga incontro per lo scambio stretto.
Partito con il 4-4-2, Allegri si è reso conto che Zakaria non è il giocatore più adatto a gestire i tempi del gioco. Ottimo incursore e "recuperatore" di palloni ma poco a suo agio come regista. Sia lui che Arthur non sono riusciti a dare continuità alla manovra bianconera. Quando al posto dello svizzero è entrato Locatelli, piazzato come vertice basso con Rabiot (il sostituto del brasiliano) e McKennie (sempre pronto a buttarsi negli spazi) come mezze ali, il gioco è nettamente migliorato. Certo, ci sono ancora cose da registrare (vedi le difficoltà nell'affrontare squadre con una precisa e costante fase offensiva) ma la nuova Juve ha perlomeno dimostrato di possedere mille armi per trovare la porta avversaria. E quando diventa troppo complicato c'è sempre la zampata di Vlahovic...