Per rivedere un Agnelli alla presidenza sarebbe stato necessario aspettare fino al 2010. Il prescelto è stato Andrea, figlio di Umberto. E questa è storia recente. Sotto la presidenza di Andrea Agnelli (nominato 48 anni dopo papà Umberto) la Juve conquista nove scudetti consecutivi, porta nel nostro campionato un fuoriclasse come Cristiano Ronaldo, sfiora per due volte la Champions League. In totale, diciannove trofei aggiunti alla già ricca bacheca del club. Nel 2022, Andrea Agnelli ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza in seguito alle indagini su plusvalenze e manovra stipendi, salutando tutti i dipendenti con una lettera piena di commozione: “Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità a una nuova formazione di ribaltare quella partita.”. Il 18 gennaio 2023 è uscito completamente dalla società bianconera. La presidenza è stata assunta da Gianluca Ferrero ma la proprietà non si stacca dal Dna degli Agnelli: oggi continua a essere controllata dalla Exor, la holding di famiglia, il cui amministratore delegato John Elkann dice (“La Stampa”, 23 luglio 2023): “C’è un doppio filo di continuità che unisce la nostra famiglia alla Juventus dal 24 luglio del 1923 a oggi: un amore viscerale, perché legato a momenti di vita in famiglia e ricordi indelebili”. Sono passati cent’anni, sono stati vinti trofei a decine, ci sono stati brindisi e feste, sono state versate lacrime di rabbia e di disperazione. Ma quei colori, il bianco e il nero, continuano a essere una questione di famiglia.