L'argentino ha raccolto la pesante eredità di Tevez e...
Meriterebbero tutti 10 per questo trionfo. Dopo quella prima parte un po’ così che sembrava aver messo fine al leggendario ciclo bianconero, la stagione della Juventus sia è trasformata in una lunga marcia trionfale. Come in tutte le cavalcate di questo tipo, tutti sono ampiamente sopra la sufficienza ma qualcuno ha dato veramente il meglio di sé. In questi numeri c’è l’essenza di un’impresa che passa alla storia.
ALLEGRI 9 – Ha saputo gestire i tempi e i modi di utilizzo di tutto il gruppo, senza mai curarsi delle critiche e senza perdere il controllo della situazione, anche durante quell’inizio disastroso. Con un po’ di fortuna sarebbe andato avanti anche in Champions League.
BUFFON 9 – Hai voglia a dire che il merito è tutto della difesa, però superare un record di imbattibilità nell’era in cui i portieri sono strapenalizzati dal regolamento è un’impresa da campione vero, mettendoci anche del suo in tante occasioni.
NETO 6 – Un voto al coraggio, quello di aver scelto lo scomodo ruolo di vice Buffon. Accontentandosi di una presenza contro il Frosinone.
BONUCCI 8 – Sempre più leader, sempre più convinto della propria forza e integrato nel mondo Juve. Non a caso ha attratto l’attenzione di grandi club europei pronti a investire tantissimo su di lui. Il suo anticipo su Higuain in Juventus-Napoli vale un bel pezzo di scudetto.
CHIELLINI 7,5 – Stagione pesantemente condizionata dagli infortuni che gli hanno impedito di esserci in alcuni momenti chiave. Ma quando è stato bene ha sempre fatto il suo.
RUGANI 6,5 – Per un lungo pezzo di stagione è stato a guardare, perché Allegri ha provato a gestirlo in maniera da non “bruciarlo”. L’ultimo periodo invece l’ha visto entrare nei meccanismi con una sicurezza che conforta per il futuro.
CACERES 6 – Voto di stima per un giocatore che prima di bloccarsi per un grave infortunio ha sempre mantenuto la sua caratteristica di base, che è quella della duttilità e dell’adattabilità.
BARZAGLI 8 – Passano gli anni, ma la classe è sempre quella. Mai un intervento fuori tempo, mai un fallo buttato via. L’età anagrafica conta fino a un certo punto quando c’è questa capacità di stare in campo.
ALEX SANDRO 7,5 – E’ costato tantissimo e da lui ci si aspettava altrettanto. Ha fatto una buona stagione, ha messo in mezzo palloni importanti e si è integrato come doveva, ma se fosse costato meno meriterebbe mezzo voto in più forse.
EVRA 8 – La personalità è il suo biglietto da visita. Nei momenti decisivi della stagione ha parlato da leader e si è comportato di conseguenza, dando un grande esempio a quelli che non avevano capito veramente il valore della maglia bianconera.
LICHTSTEINER 7,5 – Non si può muovere alcun appunto a questo giocatore che se avesse il contachilometri probabilmente dovrebbe farselo truccare da quanto corre. Certo con il passare del tempo è sempre meno facile unire quantità a qualità. Ma tutti gli allenatori vorrebbero gente così.
LEMINA 7 – Una piccola scommessa della società che l’ha preso in chiusura di mercato in prestito. Non sarà un fenomeno ma tutte le volte che è stato chiamato in causa ha risposto “presente”.
POGBA 9 – Ogni tanto fa sorgere il dubbio: ma non si sarà mica reso conto davvero di quanto è forte? Sarebbe un male, perché farebbe scattare la presunzione. La prestazione successiva a questo tipo di dubbio è sempre stratosferica e allora è evidente che la Juve si trova in casa uno dei fuoriclasse del nuovo millennio. Con la speranza di poterlo tenere.
MARCHISIO 8,5 – Ha la consapevolezza della sua forza, ha il dna juventino totalmente radicato dentro, ha fatto sia la mezzala sia il Pirlo fino a quando il ginocchio non l’ha costretto a uno stop che si prevede molto lungo, grave perdita per la Juve e per la Nazionale.
KHEDIRA 8 – Quando si ha la coccarda di campione del mondo cucita addosso, si creano delle aspettative che vanno rispettate. Il tedesco l’ha fatto fino in fondo, dando un grandissimo spessore al centrocampo e dimostrandosi un grande leader in una squadra che ne è comunque ricca.
STURARO 7 – Stagione di transizione dopo i primi mesi di adattamento. Impiegato per un numero non esagerato di partite, si è comunque fatto trovare sempre pronto quando è stato chiamato in causa.
PADOIN 7 – Era diventato suo malgrado simbolo del mancato funzionamento bianconero iniziale, perché Allegri lo metteva in mezzo al campo forse per dimostrare di essere in difficoltà nelle scelte. Poi si è preso un po’ di spazio e alla fine ha anche fatto un gol che l’ha trasformato in idolo.
ASAMOAH 6,5 – Martoriato dagli infortuni non è più riuscito a dare l’apporto che ai tempi di Conte l’aveva reso protagonista. Non ha più lo strapotere atletico di quei tempi ma si sa disimpegnare anche centrocampo.
PEREYRA 7 – Ad Allegri garba molto quando sta bene. Il problema è che quest’anno le condizioni ideali le ha vissute poco. Resta comunque una buona scelta per il futuro.
HERNANES 7 – Colpo dell’ultima ora nel mercato estivo, si è adattato a giocare in varie posizioni e pur non totalizzando un grande minutaggio ha dato il suo apporto di tecnica.
CUADRADO 8 – Nel campionato italiano questo giocatore può fare la differenza e infatti ha risolto diverse situazioni. La sfortuna della Juventus è quella di non aver fissato un diritto di riscatto abbordabile, perché in questo modo Conte se lo vuole riprendere al Chelsea.
DYBALA 9,5 – Merita mezzo voto più di chiunque altro perché un anno fa eravamo qui a chiederci se fosse il sostituto ideale di Tevez, se non fosse troppo pesante per lui la maglia numero 21 di Pirlo, se potesse adattarsi al clima di una grande squadra. Il primo anno bianconero è stato fantastico, gol segnati, movimenti giusti, tutto quello che un attaccante moderno deve saper fare.
MORATA 8 – Qualche malumore per certe panchine, qualche cattivo pensiero soprattutto a metà stagione, però in linea di massima la stagione è stata positiva sia dal punto di vista dei gol sia da quello del lavoro per la squadra.
MANDZUKIC 8 – Macchinoso in partenza, ha impiegato un po’ di tempo per capire bene l’Italia e il nostro modo di giocare. Poi si è messo in linea di galleggiamento, ha segnato gol importanti e ha mandato un messaggio chiaro anche a quelli che lo ritenevano poco bello da vedere: sull’utilità non ci sono dubbi.
ZAZA 7,5 – Si è messo diligentemente in coda e si è tenuto dentro qualche malessere a un certo punto della stagione. Poi ha dato sfoggio di sicurezza nei propri mezzi e ha segnato con una media altissima, compreso il gol della svolta-scudetto contro il Napoli al ritorno.