Il croato si sacrifica per i compagni ed è una sorta di amuleto
E' la stella meno appariscente dell'attacco della Juve, ma Mario Mandzukic ha confermato anche a Crotone di essere giocatore indispensabile per Allegri. Gol, corsa e sacrificio: il nuovo ruolo ha rivitalizzato il croato, che ha segnato per la prima volta insieme a Higuain e si è confermato amuleto juventino: i suoi 20 gol sono valsi 19 successi alla Juve. Delle 5 stelle davanti mancava solo lui all'appello e Manzu ha risposto presente.
Non ha la potenza di fuoco di Higuain, non ha tecnica e classe di cui madre natura ha dotato Dybala, ma Mandzukic è quel giocatore che ogni allenatore farebbe carte false per avere. Perché per il croato la squadra viene prima del singolo, concetto non solo astratto ma ribadito in campo ogni volta che gioca. Mandzu è sempre più un idolo dei tifosi perché, oltre a segnare (7 i gol stagionali, 5 in campionato), si sacrifica e corre per i compagni, facendo ripiegamenti difensivi che non sono proprio nel repertorio di un armadio di 1 metro e 90 centimetri.
Una garanzia, tanto che Allegri è potuto passare al 4-2-3-1 soprattutto grazie alla duttilità dell'ex Atletico Madrid. Fino a ieri era l'unico delle 5 stelle (Higuain, Dybala, Pjanic e Cuadrado gli altri) a non avere ancora segnato con il nuovo modulo. Un gol pesante che ha spezzato la resistenza del Crotone e ha lanciato in fuga la Juve. Sorriderà poco in pubblico, ma Allegri, compagni e tifosi hanno davvero tanto per cui ridere.