Juve, col Lecce basta Milik
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Tolta la debacle con il Sassuolo, i bianconeri continuano a reggersi su una difesa che tiene bene. E Max, silenziosamente, tiene il passo di Inter e Milan
Non entusiasma, non fa stropicciare gli occhi, a volte viene giù come un muro mal costruito (leggi Sassuolo), ma alla fine è sempre lì, a ridosso delle prime della classe. Lo striminzito 1-0 contro il Lecce, in una partita accompagnata dai fischi dello Stadium, porta in alto la Juventus di Max Allegri e rilancia, nonostante le parole più che caute del tecnico ("Inter, Milan e Napoli sono superiori a tutti: puntiamo alla zona Champions"), le azioni dei bianconeri in chiave scudetto. Con la solita formula magica della casa: difesa solida (Sassuolo a parte) e cinismo quanto basta. Perché il mantra, in fondo, è sempre lo stesso: prima o dopo, un gol, viene sempre fuori.
In realtà non è sempre così e non sarà sempre così, è quindi evidente che il livello del gioco dovrà migliorare. Ma Milik, comunque sempre ottima alternativa ai titolari, ha portato tre punti che pesano come un macigno, soprattutto perché sono serviti per mettersi alle spalle una domenica che era stata nerissima e già aveva riempito di preoccupanti nubi il cielo sopra Torino.
Se, però, il gioco sembra ancora troppo legato alle iniziative dei singoli, Chiesa su tutti, alcuni numeri non mentono e non possono essere sottovalutati: in cinque partite, un gol subito contro la Lazio (in un facile 3-1) e uno contro il Bologna. Per il resto, percorso netto. Sassuolo, in questo senso, deve essere considerato un discorso a parte, anche perché frutto di molti, grossolani, errori singoli. Un avvertimento importante, ma un discorso a parte. Questa prima fetta di campionato ci dice infatti che la Juve continua a reggersi sulla solidità e sulla capacità di punire l'avversario con il minimo sforzo. E' vero, il calendario è stato semplice e i primi scontri diretti daranno la reale misura dei bianconeri, ma nel frattempo, tra critiche anche molto dure, Allegri è a due punti dal primo posto e ha messo in cascina la crescita importante di Chiesa e la ritrovata vena di Vlahovic. Non poco in un campionato che sarà certamente molto equilibrato.
Per il momento, ben sapendo che l'assenza dalle coppe darà alla lunga un buon vantaggio, vale la formula del "minimo sforzo, massimo risultato". Il resto, se questa non è solo un'illusione, verrà.
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