Moduli alla mano, il nuovo tecnico bianconero sta lavorando sui meccanismi del 4-2-3-1, 4-3-2-1 e 4-3-3
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Al netto delle prossime mosse di mercato che promettono altri arrivi e partenze, la Juve di Thiago Motta inizia a prendere forma. Almeno sul piano teorico e tattico. Il nuovo tecnico bianconero da una parte sta prendendo confidenza col nuovo ambiente e dall'altra sta iniziando a dare segnali e indicazioni precisi su come intende mettere in campo la squadra. Per gli amanti dei moduli, dovrebbero essere tre le opzioni su cui Motta si sta concentrando in questa prima fase alla Continassa e su cui probabilmente insisterà anche quando arriveranno in ritiro tutti i giocatori: 4-2-3-1, 4-3-2-1 e 4-3-3. Certo, molto dipenderà dagli uomini che rimarranno in bianconero e che Giuntoli riuscirà a portare a Torino, ma l'impressione è che tatticamente le idee siano già piuttosto chiare.
Per quanto riguarda il reparto arretrato, per Motta non ci sono dubbi. La difesa si schiererà a quattro davanti a Di Gregorio, con i due laterali pronti a dare sbocco alla manovra in costruzione e uno dei due centrali libero di impostare e partecipare con personalità alla fase di possesso in tandem con i centrocampisti.
Per quanto riguarda la mediana, le opzioni sono due e molto dipenderà da cosa succederà sul mercato. Al netto di quanto accadrà sul fronte Rabiot e Koopmeiners e dalla presenza di diversi giocatori in grado di dare il loro apporto nella zona nevralgica del campo, l'arrivo a Torino di Douglas Luiz e Khephren Thuram ha regalato al tecnico bianconero due pedine preziosissime sia da un punto di vista fisico, sia tecnico-tattico. Entrambi, infatti, potrebbero essere utilizzati in un centrocampo a due, oppure in una linea a tre per dare più idee, dinamismo e coprire meglio il campo a seconda delle necessità anche a gara in corso. Tutto col compito di legare i reparti con qualità, coraggio e gamba.
Infine capitolo attacco. Come a Bologna, i piani di Motta partono da un terminale avanzato in grado di dare un punto di riferimento alla squadra al centro del reparto per scaricare in verticale e innescare le ripartenze e gli inserimenti da dietro. Attorno a lui, a seconda delle circostanze, la squadra poi potrà essere disegnata di volta in volta in forma camaleontica. Moduli alla mano, si passa dai due trequartisti alle spalle della punta al tridente puro passando infine per il tridente in appoggio all'attaccante centrale. Anche in questo caso, molto dipenderà dalla rosa che Giuntoli riuscirà a costruire entro fine agosto, ma l'impressione è che da un punto di vista tattico la Juve di Motta cercherà di tenere le linee strette tra i reparti con l'obiettivo di far girare la palla rapidamente e attaccare con tanti uomini la profondità.